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giovedì 03 ottobre 2024

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

Veglia

di Marco Celati - lunedì 03 luglio 2023 ore 08:00

Non c’è che questo dedalo di vie dedicate a poeti e letterati o a memorie del Risorgimento. Non ci sono che palazzi, condomini, villette con garage. E giardini con erba tagliata o incolta e niente, sotto un cielo senza luna né stelle, nella caligine estiva. La notte ci lascia così: finestre aperte e spente e nessuno per strada, e un tavolo pieghevole bianco e due sedie bianche e nessuno nel giardino davanti casa.

Qui una volta c’era uno Stadio, giocavano a calcio, un cartello stradale lo ricorda. Come cambiano le cose e i tempi e niente è più lo stesso! E forse è così che dev’essere, che procedono esistenza e società: avanti, e avanti, e avanti, eludendo la teoria dell’eterno ritorno: a Itaca, alle origini. La tela da fare e disfare. Passato e futuro si uniscono e tutto è presente, o così sembra, così è che vogliamo. Vivremo nel tempo dell’informatica e della robotica e la memoria sarà fuori di noi.

Intanto le stagioni fluttuano libere, senza un principio reale di continuità. Passato, presente e viceversa. Qualcosa del tempo ci torna a mente più volte, altro mai. Dipende dal male o dal piacere vissuti negli anni. Anni che ero piccolo e ancora tutti insieme, ancora tutti vivi. Dimentico che non sia vero. Anni tumultuosi che portavano via le cose, il mondo, i cari. La diaspora delle famiglie. Libera nos a malo, o solo dal dolore. Consenti un attimo di felicità. Dio che non parli e non taci, ma significhi. E forse nemmeno esisti. Oracolo del mondo! E il mondo è ciò che accade, i fatti e non le cose; ma lo stato delle cose, e l’ombra delle cose, che cambiano o sussistono, determinano i fatti. E noi che siamo attori o comparse. È ciò che si può dire.

Così tutto si rivolta e tutto gira, va e non torna. Eppure sono sempre stato qui, non sono tornato, non mi sono mai mosso. Gli orologi scandiscono le ore, non il tempo. Non mi disturbano il sonno. Il tempo sì, scandisce la vita. Di notte arrivano i messaggi, gli avvisi di amici e compagni a farti trasalire. Ma in fondo è vicinanza, comunanza di veglia. Da vecchi si dorme poco la notte e di giorno il caldo ci affatica. Ci lascia senza respiro e non per lo stupore di vivere, per la stanchezza e il timore di non riuscire più a farlo. Come un tempo. Che tempo?

È tempo di andare, senza guardarsi indietro, senza battere ciglio o proferire parola. Anche se sappiamo che ci guarderemo indietro, che chiuderemo gli occhi e usciranno parole da noi. Per balbettare, per dire niente e tutto. Che l’umanità è la nostra virtù, che non ci piace questa vita, questa politica, questo mondo e che non ci piace la gente a cui tutto questo invece piace. Cosa volete farci? Questo solo oggi noi possiamo dire. E il resto è sull’Antologia, alla voce Montale, Ossi di Seppia. Basta. Difficile dire delle sorti magnifiche e progressive dell’umana compagnia, e se la natura ci fu male, o noi a lei. Difficile essere moderni, romantici o illuministi, esistenzialisti piuttosto e il primo fu Leopardi, arcani mondi fingendo, felicità vane. Il primo a dire non ha frutto la vita, a me la vita è male.

La sera a volte prende un grigiore afoso, diffuso, che si dipinge sui palazzi e le case popolari, sui giardini, sull’erba calpestata e qualche albero dall’ombra impotente. Sui giochi dei bambini, le altalene, gli scivoli: oscillare, arrampicarsi, scendere e ancora. Era così all’inizio della scala evolutiva. E poi verrà più scuro e sempre più scuro, fino al buio di una nuova notte a protendersi, arrendevole, sul giorno che viene. E il giorno è un impegno. E così vanno le cose. Per sempre e da sempre. Per mai. Se è gioia alle volte, va bene: meglio! Se no, no. Non perdere la disciplina di vivere.

Marco Celati

Pontedera, Luglio 2023

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P.S. Se Eraclito è l’Oscuro, almeno per me, anche Wittgenstein non scherza. Ma grazie lo stesso. Poi 225 anni fa, nasceva Leopardi e sembra ieri, specie a rileggere Montale.

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/eugenio_montale_non_chiederci_la_parola

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