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lunedì 09 giugno 2025

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

Passo a due

di Marco Celati - lunedì 09 giugno 2025 ore 08:00

Gli uccelli sono creature piccole rispetto al cielo a loro disposizione, hanno le ali, volano. A noi sulla terra, che non le abbiamo, per farlo occorrono i pensieri, i sogni. Anche con gli aerei si riesce, ma non è la stessa cosa. Pensieri e sogni sono le ali che la natura ci ha dato e si possono sprecare oppure usare per cercare il meglio di noi.

Che schifo i ripostigli! La vita ne è piena. Rimasugli, scartoffie, vestiti di altre stagioni e fuori moda, oggetti di case che abbiamo abitato, cose di esistenze passate che non hanno più spazio. Tutto ammucchiato alla rinfusa, senza un ordine logico che possa consentire un ritrovamento, una riscoperta, un riuso. Sono memorie abbandonate e lasciate su scaffali stipati, alla polvere, all’umido, alla muffa del tempo. Non abbiamo avuto voglia né coraggio di buttarle, ma nemmeno il proposito di riaverle con noi. Senza senso, senza significato, se ne stanno perdute per essere dimenticate. Però ingombrano e pesano a volte, quando tornano alla vista e al ricordo. Non è simile a questo la vita? Non è forse un ripostiglio di noi? Una cantina, una soffitta di robe vecchie annesse alla casa, a cui la casa si propone di supplire con precarie novità. Un disordine celato da un ordine imposto, come un rimorso nascosto, un peccato non rimosso, al fondo dell’anima. Molto resta, avanza, ma niente dura alla fine. Poco di ciò che si ha o si fa. E pure l’amore. Se non dura la vita, perché dovrebbe l’amore?

Come quando andavamo al cinema e mi portasti a vedere “Passo a due”. Fu un invito improvviso, forse un cambio di programma, non avevo visto manifesti o locandine del film, nemmeno ne avevo letto. Giuro. Era per compagnia. Dicesti che era la storia di un vecchio fumatore, senza precisare di cosa, una variante del santo bevitore, che passa a fumare solo due sigarette al giorno e si redime. Strana trama, ma ho una storia familiare di polmoni rovinati dal tabagismo fino alla morte e io fumatore non sono, ma cretino sì, quindi andammo. Entrammo che la sala era già buia, poco prima dell’inizio. Nel film nessuno fumava, in compenso ballavano tutti. Era la storia di un ballerino albanese, bello e nemmeno dannato, che con la danza, il paso doble, aveva saputo trovare l’affermazione e l’amore. Pare fosse perfino famoso, nonostante la mia ignoranza in materia. Non so neanche ballare. Quando si accesero le luci, in sala erano tutte donne e io, a fianco a te che ridevi, l’unico uomo.

Perché andare al cinema si faceva spesso, allora. Non ricordo a vedere che cosa, alla fine del primo tempo, andai a prendere i pop corn. Rientrai che la sala era buia, non vedevo nulla e non ricordavo la fila, la poltroncina. Per poco non mi sedetti sulle gambe di un signore che cacciò un urlo smorzato e alla fine ritrovai il posto giusto, alla tua sinistra, e mi chiedesti quanto tempo c’hai messo. C’era la fila al bar, non ti trovavo, risposi accorato. Cos’è successo, chiesi, che mi sono perso? Niente, dicesti e ci zittirono gli spettatori accanto. Poi misi i pop corn sul bracciolo in mezzo a noi e sgranocchiammo in silenzio, fino alla fine del film. Ricordo solo che eravamo accanto e sembravamo felici.

Non so cosa leghi il volo degli uccelli e dei pensieri, i ripostigli dell’anima, al cinema e all’amore. Niente, se non la voglia di scriverne. Ma forse si tratta dei nostri sogni e dei ricordi. I migliori o i peggiori. O forse è perché, come per i piccioni e i cattolici, ma più per i piccioni, la vita sarebbe un passo a due.

Pontedera, Giugno 2025

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati