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venerdì 06 dicembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

​Il responso

di Libero Venturi - domenica 27 settembre 2020 ore 07:30

Alla fine è andata bene. In realtà la Toscana non era così “contendibile”, come molti temevano. E anch’io fra questi. Giani ha distanziato la Ceccardi di 8 punti percentuali. E non è poco, visti i tempi e considerando anche che l’affluenza al voto è stata più alta delle precedenti elezioni regionali. Alla fine vota solo poco più del 60% degli aventi diritto, non il massimo, ma tant’è.

A Pontedera il risultato è buono, tutto sommato, e rispecchia quello della Toscana: il PD è il primo partito, la Lega arretra, la Ceccardi non sfonda, crescono i Fratelli d’Italia, Forza Italia scompare. Evidentemente bisogna prendere atto che il centro destra, anche quello pontederese, è sempre più destra e sempre meno centro. Si radicalizza intorno ai leghisti sovranisti e agli eredi delle formazioni postfasciste. Sono proprio convinti che questo sia un orientamento opportuno e vincente? Personalmente, se fossi un conservatore, preferirei una scelta più moderata, ma per fortuna non lo sono. Sono di sinistra e la sinistra ad essere moderata ci pensa già da sé. Anche troppo, alle volte. È che in molti, pure tra quelli che auspicherebbero un centrosinistra migliore, ci augureremmo per il paese anche un centrodestra “normale”, liberale, antifascista ed europeista, attento alla spesa pubblica, come nei migliori paesi. Ma forse tutto questo non si può pretendere nel nostro. Una buona destra è un’utopia, come una buona sinistra.

Il PD tiene e rimonta rispetto alle europee. Purtroppo appare un po’ solo. Le altre forze di ispirazione europeista, nonché ambientalista portano poco e le sinistre più sinistre mantengono pervicacemente e coltivano gelosamente le proprie ataviche divisioni. Anche Italia Viva consegue uno scarso risultato. Sarebbe stato meglio che, almeno in Toscana, avesse ottenuto percentuali più lusinghiere, quali quelle che il suo fondatore si prefiggeva. Matteo Renzi, dopo aver portato il PD al 40%, in poco tempo ha dilapidato questo patrimonio con l’abolizione dell’articolo 18 e trasformando il referendum per il monocameralismo - che ho condiviso e votato - in un referendum verso sé stesso e il proprio governo, riuscendo a mettersi contro il 60% del paese. E ora la sua Italia Viva, non sembra troppo viva. Per essere un politico giudicato abile, non così abile, in fondo. Speriamo si ripigli.

Salvini, dal canto suo, in meno di un anno è stato capace delle seguenti imprese: beccarsi un processo a carico per sequestro di persona a causa del suo livore anti immigrati e far cadere il governo giallo verde, vagheggiando dal Papeete Beach i pieni poteri con la Lega -divenuta nazionale, anzi nazionalista- finita nell’occhio della magistratura per traffici internazionali e finanziari tutti da chiarire. Dopodiché è partito, lancia in resta, all’attacco delle “regioni rosse”, prefigurando un cappotto o un cinque a uno e, dopo aver fallito con l’Emilia Romagna, ha riportato un modesto tre a tre. Oltretutto registrando in Veneto un risultato personale di Zaia, più che della Lega. Nessun paragone di merito e contenuto con Renzi, ci mancherebbe, ma anche Salvini, per essere un politico giudicato abile, non si dimostra cosi abile, in fondo. E può darsi che comincino a pensarlo anche nella stessa Lega.

La Meloni porta tutto all’incasso: la battuta d’arresto leghista, la dissoluzione forzista nell’autunno del patriarca, il malcontento sociale diffuso -che contribuisce a diffondere- condendo il tutto in salsa sovranista nazionalpopolare e allineandosi alle “democrature” antieuropee. Però pure lei, che l’umorista De Luca chiama la “Vispa Teresa”, sembra più capace di incanalare e amplificare proteste a breve, che proporre soluzioni e progetti politici di lungo respiro.

Queste elezioni evidenziano poi l’inconsistenza -né poteva essere diversamente- e il limite del populismo dei Cinque Stelle che, semmai, lascia strascichi a destra come a sinistra nelle figure e negli entourage dei riconfermati Zaia, Toti, Emiliano e De Luca. C’è sempre meno corrispondenza tra il paese reale e la numerosa rappresentanza nel governo e nel Parlamento dei pentastellati. Allo sbando e divisi in diverse fazioni -tutte reclamanti un capo e una linea, tutti a chiedere che cosa non si capisce- con gli anti-governisti di Di Battista che forse chiedono anchessi qualcosa, ma nel caso vi informeremo più avanti”, scrive lo spiritoso giornalista di Repubblica. Possono scegliere la sinistra? Sì, certo e speriamo con risultati migliori che in Liguria, ma, se fanno questa scelta, probabilmente si scindono da quelli che di sinistra non sono, che non sono pochi. E quanto a Grillo, “l’Elevato”, che torna con le sue teorie dell’elezione a sorte dei parlamentari e della democrazia diretta e digitale -si spera non quella della piattaforma Rousseau di Casaleggio- nonostante il suo endorsement per la sinistra, quando, con tutto rispetto, ci si ricorderà che era un comico che si prendeva troppo sul serio e a volte faceva anche ridere, sarà sempre troppo tardi.

Ma torniamo al PD, croce e delizia. Il partito della Costituzione, dovrebbe darsi più forza e coraggio, una più evidente e plurale identità di centrosinistra, un profilo riformista più marcato e un carattere non sempre così accomodante. Se vogliamo e dobbiamo rilanciare la sanità pubblica ci sono i fondi del Mes e vanno utilizzati perché indebitarsi con l’Europa a condizioni vantaggiose è meglio che ricorrere ai risparmi degli italiani o non farne di nulla. Ed è mai possibile che debbano restare ancora in vigore i vergognosi decreti sicurezza di Salvini? Ci sarà pure un modo di sinistra per affermare regole e solidarietà in materia di immigrazione! E la riforma del sistema elettorale, dopo la vittoria del “sì” al referendum costituzionale, deve essere attuata con determinazione per redistribuire una rappresentanza territoriale indebolita dal taglio dei parlamentari. Hanno avuto anche il mio “sì”, non convinto. In compenso contento dei molti “no”.

Insomma, è utile e giusto mettere in guardia contro i rischi della destra populista e sovranista e dei suoi rigurgiti estremisti, xenofobi e neofascisti, che purtroppo l’accompagnano ancora, ma un bel giorno vorrei votare per i Democratici non per la paura di precipitare in una società peggiore, ma con la speranza di avanzare verso una migliore.

E le preferenze? La mia preferenza era per Djokovic che ha vinto gli Internazionali d’Italia di tennis. Meglio di così... Ma è bene festeggiare sobriamente e restare “al pezzo”, in fondo è stato un pareggio. Il centrodestra, che ha preso le Marche, governa quindici Regioni su venti, il governo resta in sella, ma il cavallo sembra un po’ sfiancato. L’Italia è come è e va come va; occorrono progetti seri per utilizzare i fondi europei e rilanciare il Paese, a partire dal mondo del lavoro. Comunque io, al lavoro, intanto ho portato le paste. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 27 Settembre 2020

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi