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martedì 08 ottobre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Lamentarsi è davvero sempre sbagliato?

di Federica Giusti - venerdì 27 maggio 2022 ore 08:00

Avete presente quello che diceva sempre Sandra Mondaini a Raimondo Vianello prima di addormentarsi? “Che noia, che barba! Che barba, che noia!”

Ricordo che lo guardavo spesso con mio nonno Gino e ridevamo insieme, perché anche noi avevamo un po' la tendenza a lamentarci come Sandra!

Crescendo, studiando, lavorando in questo settore, ho capito ed ho imparato quanto possa essere deleterio l’atteggiamento del lamento costante e perpetuo. E ho anche appreso quanto sia, dall’altra parte, fondamentale riuscire a vedere, o, quantomeno, sforzarsi di vedere il lato positivo delle cose.

Ma fino ad un certo punto. Sì, perché tutta questa storia della psicologia del positivo ad ogni costo, a mio avviso, è un po' sfuggita di mano. Paradossalmente sembra che l’unica reazione ammessa e possibile di fronte a qualsiasi accadimento della vita umana, sia il sorriso. E quindi immaginiamoci a sorridere davanti a diagnosi spaventose, affrontare un lutto con il sorriso, una guerra magari cercando l’aspetto positivo mentre bruciano i palazzi colpiti dalle bombe...insomma, sarebbe davvero privo di senso e raccapricciante tutto questo!

Ci sono momenti, notizie, situazioni nelle quali non si può pretendere né da noi stessi né dagli altri di poter subito avere la capacità di vedere il lato positivo. E non si può perché semplicemente dovremmo non ascoltare la nostra pancia, i nostri sentimenti magari di rabbia, di dolore, di impotenza, che hanno il sacro santo diritto di fare capolino ed essere ascoltati.

Ma, per fortuna direi, le nostre vite non sono fatte solo di cose tragiche. Possono accadere anche fatti meno catastrofici di quelli sopra descritti, per i quali, comunque la nostra reazione non può essere subito di gioia e felicità, né possiamo richiedere in immediato a noi stessi la capacità di elaborare, e “digerire”, ridimensionando tutto e subito.

Ecco che, in queste situazioni, una sana lamentela può diventare non solo utile ma anche strettamente necessaria. Se la facciamo a noi stessi, magari ad alta voce, potrebbe permetterci di ristabilire un ordine delle cose, aiutandoci proprio ad esternarle e osservarle dall’esterno. Scarichiamo rabbia, frustrazione, senso di impotenza, e poi possiamo davvero iniziare ad elaborare.

Se, invece, abbiamo la possibilità di sfogarci con qualcuno, avendo cura ed attenzione nello scegliere il nostro interlocutore, potremmo regalarci un altro utile punto di vista attraverso il quale osservare la nostra situazione.

Ovviamente, in entrambi i casi, la lamentela non dovrebbe essere sterile ma produttiva, per noi stessi.

Allora sì che riprende senso anche l’idea di vedere il lato positivo delle cose, quando percepiamo di avere un ruolo nella situazione stessa, quando capiamo che, anche se non la possiamo cambiare, possiamo lavorare sul modo in cui reagiamo ad essa.

Ma prendiamoci il nostro tempo, non dimentichiamolo mai!

Federica Giusti

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