La politica come spettacolo
di Nicola Belcari - giovedì 03 novembre 2022 ore 08:00
Il giornalista tivvù annuncia la diretta. Che sensazione! È certo un avvenimento da non perdere: sarà una partita di calcio decisiva? Sarà lo striptease di una femme fatale?
No, è la sfilata delle delegazioni dei partiti politici! No, è il passaggio della campanella! Sono emozioni forti! Spettacoli imperdibili! Godimenti senza pari! (Che dire dinnanzi a una simile perversione?)
Mi azzardo timidamente a pensare che avrei preferito lo spogliarello della diva del momento, ma di sicuro mai lo direi: sono confessioni che si stenta a fare anche solo a se stessi a voce alta, persino nel chiuso della propria cameretta.
In mancanza, o in attesa, dei fatti va in onda il niente, si viviseziona la parola pronunciata, si rivela la simbologia del colore della cravatta, la smorfia o il sorriso tirato o falso. L’esegesi arricchisce l’animo dello spettatore che si esalta messo a parte di tali segreti.
Che soddisfazioni! Non abbiamo vissuto invano.
Al tale è sfuggito un peto? Ohibò! È disdicevole! Com’è potuto accadere? Una figura istituzionale abbandonarsi a simili esternazioni! È uno scandalo! Vergogna! E quell’altro, allora? Ha starnutito senza ritegno! Avrà chiesto scusa? Uno, addirittura, si è grattato dove gli prudeva…
È il “teatrino della politica”, la fiera televisiva, ma nel cabaret è tutto per finta: personaggi di dubbia moralità, pagliacci, saltimbanchi e ciarlatani; e qui? Sul palcoscenico, nello spettacolo, finzione e realtà si confondono. Il dubbio è che si litighi come tra “ladri di Pisa” (da noi, per carità di patria, detti “ladri di mare”).
È l’arte di girare la frittata, che accomuna maggioranze e opposizioni, è la minestra riscaldata, è offrire cioccolatini scaduti.
La conduttrice del talk show sa bene che il vero e unico messaggio del programma che conduce non sono le parole degli ospiti, ma è il suo viso e il suo corpo. Perché sennò avrebbe passato ore davanti allo specchio?
Sipario.
Nicola Belcari