Tramonto

di Nicola Belcari - giovedì 10 ottobre 2024 ore 08:14

L’uggia del vivere giunta con gli anni e l’amara vecchiaia m’hanno spinto all’abbandono dell’umano consorzio. Ho cercato rifugio in un cenobio dove vivo da monaco preferendo alla vita in comune una cella solitaria. L’affetto per gli altri m’impedisce una frequentazione dolorosa e inutile e non ho abbastanza paura di me stesso da cercare la compagnia e il chiasso.

Nel passato mi sono escluso? O mi hanno escluso? Una naturale antipatia m’accompagna da sempre. Oggi, ormai settuagenario, lo sguardo degli altri m’offende, riflette una perdita, vi si coglie la sensazione d’una impercettibile spiacevole vicinanza.

Oggi, dovrei uscire da un antro, che è prigione e protezione nel medesimo tempo, per rivelare ciò che so, o credo di sapere, a chi potrebbe linciarmi per questo?

Al termine del più sofisticato, complicato, spropositato ordine sociale c’è il caos. Il mondo sub-lunare, della fragilità e della sofferenza, ora preda del peccato e della tracotanza, aspetta una palingenesi, morte e rinascita, che un’umanità consumata e viziosa perisca e al suo posto ne sorga una nuova, purificata dall’acqua o dal fuoco.

E ora? Questa sera? Una striscia violacea tinge un orizzonte non lontano. Si riprende il suo regno la Natura.

Prima che il buio della notte inghiotta questo chiostro che accoglie la clausura, nascosto al cielo, percorro, nell’ombra accanto all’orto degli odori, il portico. È un alito di vita il lieve vento; non svanisce il ricordo ancora dolce del pensiero di quel segreto amore della vita. Memoria? Desiderio?

Sogno

Nicola Belcari