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giovedì 11 dicembre 2025

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Valori dubbi miti fasulli

di Nicola Belcari - giovedì 11 dicembre 2025 ore 08:00

Les jeux sont faits. Non si torna indietro. Semmai si potrà rincarare la dose. E non mancheranno di farlo, sempre di più.

Falsi miti sono stati imposti, s’impongono, s’imporranno. Valori autentici sono negletti o di più, mai riconosciuti, incompresi, non apprezzati o addirittura disprezzati. S’è consumata, fino in fondo, una mistificazione sociale dannosa, in taluni casi, spaventosa.

Nessun complotto. Nessuna oscura manovra poteva ottenere un così perfetto risultato. È stato facile e perversamente “naturale”.

Sono proposti all’ammirazione i campioni dello sport, cantanti, presentatori tivvù, politici sull’onda della notorietà, personaggi di successo, sia quando esprimono un talento, sia quando sono ciarlatani o pessimi esempi educativi. Si trova giusto conferire riconoscimento sociale ad attori, in senso lato e proprio, già ripagati da celebrità, soldi, amori, fama.

Si condividono emozioni, vicende, opinioni di “artistoidi” (individui che sbarcano il lunario senza lavorare, che è pur sempre un’arte) come se fossero parenti, amici, conoscenti. Si partecipa al funerale da perfetti sconosciuti all’estinto. O almeno questo ci viene mostrato. Eppure non è del tutto e per tutti così. Ma questa è un’altra storia.

L’uomo comune disprezza se stesso. Oscilla e si divide tra invidia e culto della personalità del personaggio più o meno celebre. Disprezza o ignora, invece, la persona che eroicamente affronta la vita di tutti i giorni, che lavora per la famiglia, che lo Stato ha costretto al sacrificio (magari addirittura con la guerra). Disprezza l’umile lavoratore.

Improbabile è invertire la rotta, il formarsi di una considerazione diversa, di un’idea del valore autentica, opposta alla tirannia del “palazzo”. Mai c’è stato, né s’intravede, nessun segno, neppur minimo, in tal senso.

Prevale una “stupidità” che rovescia umiltà e consapevolezza, difetti e pregi. Non c’è l’intelligenza di riconoscere le proprie miserie e invece si disprezza la grandezza dell’accettazione, con coraggio e umiltà, del proprio compito nella vita.

Nicola Belcari

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