Cultura mercoledì 16 dicembre 2020 ore 06:30
Un Archivio d’arte unico in Valdichiana

A Foiano c’è la “cassaforte” di Mario Tozzi, fondatore della corrente artistica del '900. La storia del pittore incrocia quella di un musicista
FOIANO DELLA CHIANA — C’è
un paese che custodisce un tesoro. E’ l’unico al mondo ad avere la chiave della
cassaforte e tutti, da ogni parte del mondo,
devono passare da qui. E’ Foiano della Chiana dove Roberto Tiezzi, musicista
affermato, è custode a curatore dell’Archivio Mario Tozzi, e rappresenta la massima autorità depositaria
di opere, scritti, epistolari, carteggi e manoscritti di uno tra i grandi
artisti del Novecento figurativo. Così, da oltre 40 anni.
La storia tra il
paese della Valdichiana e il pittore nato nelle Marche, cresciuto a Suna di Verbania
sul Lago Maggiore e vissuto a Parigi dove ottenne fama e consenso dalla
critica, nasce dal sodalizio del padre di Roberto, Mario Tiezzi, esperto d’arte,
con Mario Tozzi.
Il gioco di vocali nei rispettivi cognomi è stata la chiave
che ha aperto la porta della loro lunga amicizia. Un appartamento appena ristrutturato,
nel centro storico del paese, interamente dedicato all’Archivio è il “quartier generale”
che racchiude l’intera vicenda umana e artistica del pittore che negli anni Venti,
durante il soggiorno parigino fonda una corrente artistica (Les Italiens de Paris) della quale fanno parte tra
gli altri, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico, Gino Severini (artista cortonese).
Picasso rimase colpito da un dipinto di Tozzi dal titolo “Il muro bianco”, volle incontrarlo e invitò nella sua casa-laboratorio dove il pittore trascorse un’intera giornata con il maestro.
“Qui sono classificati circa tremila dipinti a olio e
millecinquecento opere su carta. Negli anni ’70 l’archivio ha prodotto un
centinaio di tirature litografiche”, spiega Roberto Tiezzi che si prepara a
ricevere la visita di uno studioso da Nizza e gestisce contatti con case d’aste
e gallerie d’arte.
Qualche giorno fa, da Parigi Sotheby’s lo ha contattato per
valutare alcune opere prima di batterle in asta. L’obiettivo di Roberto è “aprire
l’Archivio a chi vorrà visitarlo, agli studiosi ma anche a chi vuole scoprire l’arte
di Mario Tozzi”.
Primo step raggiunto, perché a breve una laureanda all’Accademia
di Belle Arti di Milano farà uno stage all’Archivio Tozzi. E’ Roberto a dire se
un dipinto è originale o falso e per far capire la dimensione del fenomeno dei “falsi
d’autore” spiega: “Su un centinaio di opere che valuto ogni anno, solo dieci
sono autentiche, il resto sono copie”.
Nella sala con uno straordinario pianoforte
a coda, campeggia un ritratto di Mario Tozzi che amava la Toscana e si ispirava
al genio di Piero della Francesca.
Lucia Bigozzi
© Riproduzione riservata
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