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venerdì 22 agosto 2025

LE PREGIATE PENNE — il Blog di Pierantonio Pardi

Pierantonio Pardi

Pierantonio Pardi ha insegnato letteratura italiana all’ITAS “ Santoni” di Pisa fino alla pensione. Il suo esordio narrativo è stato nel 1975 con il romanzo "Testimone il vino" , ristampato nel 2023 sempre dalla Felici Editore, nel 1983 esce "Bailamme" (ristampato nel 2022 con Porto Seguro editore). Negli anni seguenti ha pubblicato come coautore “Le vie del meraviglioso” (Loescher,1966), “Il filo d’Arianna (ETS, 1999) e da solo “Cicli e tricicli” (ETS 2002), “Graaande …prof (ETS, 2005) e “Il baffo e la bestia” (ETS 2021), "Erotiche alchimie" (ETS,2024) e "La disgrazia di chiamarsi Lulù" (Felici Editore, 2024). Ha curato l’antologia “Cento di questi sogni” (MdS, 2016) ed è direttore editoriale della collana di narrativa “Incipit” (ETS)

​Fin che morte non vi separi …

di Pierantonio Pardi - venerdì 22 agosto 2025 ore 08:00

Fin che morte non vi separi, recita la macabra formula che sancisce l’indissolubilità del matrimonio religioso; formula che innesca, di solito, sotterranei gesti apotropaici (toccata dei cabasisi) da parte dello sposo e sospiri vaghi e rassegnati nella sposa.

Ma il matrimonio è un affar serio, come sottolinea un istruttivo manualetto , scritto nella prima metà del Quattrocento da Gilles Bellemère, che si intitola appunto “Le quindici gioie del matrimonio”, dove, dopo un’attenta lettura, si scoprirà che il termine “gioie” è volutamente sarcastico, visto che in tutti e quindici gli episodi i mariti si pentiranno assai di essere caduti in questa nassa (metafora con cui Bellèmere identifica il matrimonio; la nassa è una rete da pesca.), finendo in miseria e spesso vittime di tradimenti e inganni.

E’ un libretto irresistibile e graffiante sul matrimonio di tutti i tempi e di tutte le epoche con il quale l’autore analizza il matrimonio e più in generale il rapporto di coppia come un rapporto conflittuale, spesso una lotta per il potere, nell’ambito della famiglia, fra i coniugi, dove, però ad uscirne vincente è sempre la donna. E in questo Bellemère rivela di essere stato in parte influenzato dal Decamerone di Boccaccio dove le donne sono le vere eroine.

Qualche secolo dopo anche il Foscolo ne “I sepolcri” scrive: “Dal dì che nozze e tribunali ed are/ diero alle umane belve essere pietose …”, individuando nell’istituzione del matrimonio e quindi della famiglia, insieme alla religione e alla giustizia, il segno distintivo della civiltà.

E, ancora più avanti, un regista come Ingmar Bergman con il suo film “Scene da un matrimonio” (1973) descrive la crisi coniugale di Johan e Marianne che, dopo dieci anni, decidono di separarsi. Film duro e introspettivo che, all’epoca,

consentì a un vasto pubblico di verificare come il dizionario delle gioie e delle difficoltà della vita coniugale finisse con l’utilizzare termini comuni a tutte le latitudini.

Ecco, appunto, tutto bene finché tutto funziona, ma che succede quando un matrimonio entra in crisi, quando la coppia “scoppia”?

Ed ecco il senso di questa mia lunga digressione sul matrimonio perché è di questo che tratta il romanzo ironico e grottesco di Donatella Diamanti, geniale, prolifica e poliedrica autrice di serie televisive di successo (nota biografica in fondo) che vado a presentare.

Si parte da una premessa semplice: se è possibile restaurare monumenti, chiese, dipinti, sarà quindi possibile restaurare matrimoni?

Ebbene la risposta è sì ed ecco quello che accade:

E ora, come di consueto, dalla seconda di copertina, il plot del romanzo

In fondo, è un lavoro come un altro, riflette Immacolata. Ma sul momento rimane sbalordita quando un'insolita agenzia le propone di ingaggiarla per una bizzarra attività: rimettere in piedi matrimoni appassiti dall'abitudine e dalla noia. In pratica, deve interpretare il ruolo dell'amante e, comportandosi peggio di una moglie, riportare all'ovile i mariti fedifraghi. Giovane, bella e dotata per l'arte del mimo, imparata dal padre, Immacolata accetta, trovandosi catapultata di colpo nel mondo stravagante delle "restauratrici". Tra scene tragicomiche e situazioni grottesche, scopre di possedere un certo talento per questa professione e trova anche amicizia e complicità. Una sorpresa per lei, che da anni, dopo la tragedia che ha sconvolto la sua vita e distrutto il rapporto tra i genitori, si è blindata il cuore per paura di soffrire ancora. Così, una domanda comincia a frullarle in testa: se è tanto brava a riportare l'armonia e la serenità tra persone sconosciute, perché non provarci anche con suo padre e sua madre e magari, volendo esagerare, anche con se stessa? Forse innamorarsi davvero e non per finta è più facile di quanto si immagini. E forse l’uomo giusto lo conosce già …

Effettivamente Immacolata Foschi, la protagonista, sembra, in apparenza una donna sull’orlo di una crisi di nervi: un padre, Ferdinando, alcolista che si ostina a fare il mimo,, ma che ormai da anni non lavora più e che ha cercato di insegnare la professione alla figlia, una madre, Laura, sarta, che, da sola, mantiene la famiglia, la perdita tragica di un fratello, Leonardo, in un tragico incidente causato involontariamente dal padre la cui dinamica l’ autrice, con un’estenuante prolessi, ci rivelerà solo nelle ultime pagine, Guido, l’amico d’infanzia a cui Filomena restaurerà il matrimonio e infine Mattia Giordani, l’impresario del padre verso cui Immacolata prova sentimenti contraddittori, ma intensi.

Ed è, in preda a questa confusione esistenziale che Immacolata, un giorno viene contattata da una certa Carla che le fa una proposta:

“ la donna che era con me al bar poco fa si chiama Giuliana Lo Iacono, è lei il capo qua. Io sono il suo braccio armato o almeno a Giuliana piace chiamarmi così.”

“Braccio armato per che cosa?”

“Ufficialmente organizzazione di eventi, ma in realtà ci occupiamo di tutt’altro …” Aveva fatto una pausa e poi aveva detto. “Tutela della famiglia …”

“Tutela della famiglia?”

Carla aveva annuito con un sorrisetto pieno di soddisfazione. “Proprio così … Li vedi quei faldoni?” le aveva domandato, accennando alla scrivania. “Sono tutti casi da analizzare e smistare. Riceviamo decine e decine richieste di intervento ogni giorno … noi rispondiamo come possiamo, impegnandoci a dare il massimo per tenere unito quello che

tempo, noia e una serie di altre variazioni finirebbero altrimenti per dividere …”

“Mi sa che il vostro gancio vi ha dato una dritta sbagliata. Non vado bene per voi: la mia famiglia è la più sfasciata della storia …”

“Meglio … sei più sensibile al problema … è un ottimo punto di partenza ….”

E, alla fine, i duemilacento euro netti di fisso mensile, la copertura di tutte le spese, un bilocale con soppalco in comodato d’uso gratuito e il dieci per cento del guadagno per ogni caso risolto convincono Immacolata ad accettare, entrando a far parte della Profam, l’agenzia di restauro matrimoni.

Il primo cliente, tale Luca Dainelli, lo accalappia fingendo di essere stata investita dalla sua auto e da quel momento per lui, lei diventerà un’ossessione.

Quello che, però, lei non deve mai dimenticarsi e che Giuliana, la capa, le ripete spesso come un mantra è che il suo compito

(…) non è portarsi a letto un uomo … è disegnare per lui un percorso di rivalutazione di quel che aveva “prima di te” e che devi fare in modo capisca essere migliore … Tu sei il male che spinge verso il bene … hai il dovere di farti disprezzare.”

Per quanto ambizioso (o contraddittorio) possa essere, adescare mariti in crisi con l'obiettivo di farli riavvicinare in maniera indissolubile alle proprie mogli è un lavoro che a Immacolata riesce piuttosto bene. Anche il secondo caso che consiste nello stemperare i bollenti ardori di tale Antonio Costantini, impresario edile sessantenne, lo risolve senza eccessive complicazioni, bluffando e manipolando astutamente i protocolli dell’ agenzia. Ma mentre Immacolata è intenta a rinsaldare i matrimoni di perfetti sconosciuti, tutto intorno a lei sembra andare nel verso opposto: dal matrimonio dei suoi - che si portano dentro un dolore immenso da oltre vent'anni - a quello dell'amico di infanzia vicino di casa, Guido, che torna inspiegabilmente da Trieste, dove ha mollato moglie e figlio, ma che, grazie a Immacolata, riuscirà a ricucire lo strappo con la moglie e, per finire, dopo un susseguirsi di sentimenti contrastanti, l’amore per Mattia.

Il rapporto padre-figlia-madre nella sua estrema e archetipica complessità è qui disegnato con semplicità e linearità e i dialoghi essenziali, ma veritieri, ne sono una prova: ambiente familiare vero, non caricato, non reso eccessivo o “macchietta”.

Vorrei adesso, per concludere, lasciare la parola a Donatella che così raccontava il suo romanzo in un’intervista rilasciata per “Sapere” a Elena Torre (29 aprile 2011)

D. Il tuo ultimo libro si intitola La restauratrice di matrimoni… in un mondo dove ciò che è rotto si butta è un’apertura?

R. Sì e no. No, se si guarda alla parte ironica e / o grottesca del romanzo (mi riferisco alla linea narrativa dell’agenzia che restaura matrimoni in crisi, a pagamento), perché il tema sotteso è quello dell’immutabilità ad ogni costo… In fondo cose diverse e diversamente dolorose, come l’incapacità di accettare la morte di qualcuno che ci è caro, la malattia, la fine di un amore, ma anche il corpo che si modifica per il passare del tempo, stanno tutte sotto quella stessa insegna… Ed ecco che allora, chi se lo può permettere, può essere disposto a pagare qualsiasi cifra per una possibile soluzione, senza guardare in faccia a nessuno… Il traffico d’organi non è mica fantascienza. Sì, se invece si guarda alla vita della protagonista: il suo è un viaggio attraverso una banale verità: non tutto ciò che è rotto lo è irrimediabilmente… è pur vero che IImmacolata il restauro della sua famiglia lo paga di tasca sua, ma non certo con il denaro; con l’impegno semmai, con il mettersi in gioco, con il “vuotare il sacco”… Oddio, detto così mi sa che sembra una gran palla…

E invece, una “gran palla” non è questo divertentissimo romanzo, ve lo assicuro.

Nota biografica

Carrarese di origine, Donatella Diamanti, vive e lavora fra Montopoli in Val d'Arno e Roma. Ex cinquecentista, scrittrice, drammaturga , sceneggiatrice, docente di sceneggiatura e drammaturgia, collabora con le più importanti case di produzione italiane e con Netflix Italia, di cui è attualmente consulente. Fra le numerose serie di cui è stata head writer e sceneggiatrice ci limitiamo a ricordare le recentissime Adorazione, Sara la donna nell'ombra (Netflix), I casi di Teresa Battaglia, Gerri (RAIUno), fra i film Viola di mare (attualmente visibile su Prime Video) e Sei nell'anima (Netflix).

Pierantonio Pardi

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