Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 11:03 METEO:MONTEPULCIANO18°29°  QuiNews.net
Qui News valdichiana, Cronaca, Sport, Notizie Locali valdichiana
lunedì 18 agosto 2025

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

Vini dell'Elba e Valdicornia, c'è rivalità?

di Nadio Stronchi - lunedì 18 agosto 2025 ore 08:00

E’ la storia che lo spiega: all’Elba “l’enologia” è iniziata con i Liguri, quelli storici, ancor prima degli etruschi; Naturalmente una enologia approssimativa, appresa da altri popoli. In Val di Cornia iniziata dai Gherardesca nel XIV sec. Nei grandi possedimenti che iniziavano da Cecina e finivano ai confini di Follonica con la tenuta di Casa Lappi, ora Casalappi con la sua struttura a torre medioevale. I Gherardesca, prima di fare vigne avevano il legnatico e i cereali. Poi, iniziarono a disboscare per fare poderi con salariati e infine a mezzadria i quali avevano anche qualche vigneto. Col tempo iniziarono le divisioni ereditarie e alcuni eredi credettero molto di più nella vitinicoltura; Era intorno al XIV secolo. Era già nato il Principato di Piombino con governatore Jacopo Appiano dal 1399 al 1634. A questa data, il granducato passò ai Ludovisi Boncompagni. 

Sulle colline del Val di Cornia si fecero vigneti. All’Elba i vigneti iniziarono a farli i Liguri, poi gli etruschi, i romani, i longobardi, gli spagnoli, i francesi, i Borbone e di nuovo i francesi e con il periodo napoleonico. Infine tornò al Granducato di Toscana fino al’Unità d’Italia con la nascita della monarchia italiana. All’Elba il periodo più fiorente della vitivinicoltura fu con 32 milioni di viti e 5mila ettolitri di vini, nel periodo napoleonico e l’attività vitivinicola rimase costante fino alla fine dell’800 con l’arrivo della fillossera. In Val di Cornia nel 1875 si parla di 400 ettari di vigneti e agli inizi del ‘900 si parla di partecipazione a concorsi enologici in Volterra, Pisa e Siena. Si produceva nel 1848, 1500 ettolitri, nel 1901 50.000 ettolitri, nel 1907 50.000 ettolitri. Con il risanamento vitivinicolo, dopo la fillossera, l’Elba fu molto più attiva nel valorizzare i suoi vini con molte attività folcloristiche: Nel 1928 con la Prima Festa dellUva, svolta fino al 1938. Nel 1933 partecipando alla Prima Mostra dei Vini Tipici a Siena. L’unico neo di entrambi i territori fu che non si imbottigliavano vini, ma l’Elba aveva già le sue tipicità con il Procanico, Aleatico, Moscato e gli Spumanti. 

L’unico vino con un marchio in continente fu il Bianco di Ugolino; Anche all’epoca di Elisa Bonoparte Baciocchi, che tentò di lanciare la viticoltura portando nel Principato di Piombino da lei amministrato, nuovi vitigni,(sembra francesi?, sembra Malvasia?) non riusci perché il suo governatorato fu breve, 1804-1814, senza lasciare testimonianza di vini prodotti. Altro colpo di reni l’Elba lo fece quando ottenne le tre DOC nel 1967, con l’aiuto di (santi in paradiso): il Bianco, Rosato e Rosso; Il Moscato, l’Aleatico e l’Ansonica più tardi. Il Val di Cornia ottenne i suoi DOC, Bianco Rosato e Rosso solo nel 1990. Altro neo di entrambi i territori è la mancanza di cultura con testimonianze attraverso dei Musei. L’Elba ha molto più storia ma i loro produttori vanno ognuno per la propria strada. Così è nel Val di Cornia: meno cultura e più breve, e anche questi produttori non trovano motivazioni per fare un Museo. Per non parlare dei Sindaci; Forse non sanno che esistono contributi per fare i Musei. Forse, la mancanza di rivalità ha portato il disimpegno. Ma torniamo alla sostanza enoica parlando di vini dei due territori di oggi. Due Vermentini fatti in modi diversi, ma ugualmente considerati ottimi vini.

Il primo è il Vermentino DOC dell’azienda Cecilia di Marina di Campo. Colore: giallo paglierino con riflessi dorati. Profumo: armonico, fruttato. Buon equilibrio. Sapore: armonico e sapido e piacevole.

Immagini dell’azienda Cecilia, vicino all’aereoporto di Campo nell’Elba

Il secondo è stato una sospresa per me, scoperto ai Calici sotto le Stelle in Suvereto proprio ieri sera, il 10 agosto 2025. Quando ho visto il colore sono rimasto sospreso. Giallo dorato intenso. Al profumo: armonico, intenso con sentori di frutta candita. Gusto: armonico, sapido e ben strutturato; Tutto ciò per l’effetto della vinificazione con macerazione sulle bucce. Da quel senso di “genuino”, può darsi che raccolga consensi.

Loc Macchion dei Lupi, prima di arrivare in Suvereto dal lato Venturina Terme SS 398.

Nadio Stronchi

Articoli dal Blog “Vignaioli e vini” di Nadio Stronchi