Di dicembre, di mani, di gospel
di Gianni Micheli - mercoledì 14 dicembre 2022 ore 09:00
Per riscaldare le fredde giornate di dicembre la soluzione più pratica che io conosca è battere le mani. Certo, sembra semplice ma fatto così, nel silenzio di casa, il battere le mani non rende. Non dà soddisfazione. Non restituisce gioia. Un po’ annoia. Un po’ affatica. Un po’ ci fa sentire sciocchi. Provate. Fatemi sapere. Per battere le mani con soddisfazione, in una fredda giornata di dicembre, servono almeno un ritmo, una musica, un esempio. E serve uscire di casa, soprattutto.
Ma come? Uscire verso il freddo? Esatto. Perché è là fuori, al di là del portone di casa, nel bel mezzo di una comunità, che il battere le mani si trasforma in calore, in energia, in una sorta di ebbrezza donata dal divertimento.
Lo ammetto, non è facile trovare una comunità dove inserirsi per battere le mani senza infastidire, senza ricevere sguardi torvi, voci sussurrate che ripetono: “silenzio”. Gli applausi sono ammessi, e i nostri spazi culturali ne sono pieni, fortunatamente, ma devono avere vita breve e, soprattutto, devono essere composti, puliti, organizzati. Sonori ma mai rumorosi. Gli applausi. E il battere le mani?
Di comunità in cui battere le mani, in cui il battere le mani invita al battito dei piedi, in cui il battito dei piedi porta al movimento delle gambe, in cui il movimento delle gambe guida l’oscillazione della testa, in cui l’oscillazione della testa ingenera un’euforia sfacciata che tanto assomiglia alla felicità, in cui il freddo scompare per lasciare spazio a un tenero calore, io ne conosco una sola, ed ha un nome che è un programma per il mese di dicembre: il Toscana Gospel Festival.
Chi conosce la lunga storia del festival (ventisei edizioni) sa di cosa parlo. Chi non ne ha mai sentito parlare dovrebbe fare la prova più semplice: partecipare. Non serve portare i guanti, agli eventi del festival. Non comunque per il loro svolgersi, in gran parte, nei prestigiosi teatri della Toscana, anche se potrebbe sembrare. Non serve perché le mani entreranno subito in gioco, chiamate a prendere parte al concerto dall’irresistibile invito dei gruppi sul palcoscenico, rigorosamente provenienti dagli Stati Uniti d’America.
Quel battito di mani, per loro, è casa. Dovunque siano. Quella partecipazione al loro canto, vitale, indispensabile, è comunità, affetto, domanda e insieme risposta. Religiosa, senz’altro. Ma prima di tutto umana, con una lunga storia civile e musicale, tra mano destra e mano sinistra, di sofferenza, di resistenza, di ricerca, di riscatto e di perdono. Una storia che, purtroppo per l’umanità intera, ha ancora bisogno di essere raccontata, anzi cantata, nella sua tendenza a sfuggire dalla memoria.
Da sabato 17 a giovedì 29 dicembre il festival raggiungerà Montepulciano, Castelfranco Piandiscò, Portoferraio, Agliana, San Giovanni Valdarno, Torrita di Siena, Marciano della Chiana, Carrara, Cortona e Arezzo. Di luoghi dove riscaldarsi battendo le mani ce ne saranno dunque non pochi. Personalmente ne approfitterò e non sarà solo per lavoro ma per affetto. Per necessità. E un po’ perché… è Natale. Tutte le informazioni su: www.toscanagospelfestival.net.
Nelle immagini scatti dal concerto del gruppo JP & The Soul Voices nell’edizione 2021 del Toscana Gospel Festival.
Gianni Micheli