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Attualità venerdì 13 marzo 2015 ore 09:46
Il treno non si ferma, 500 pendolari a piedi
Il treno, atteso da circa 500 persone, per lo più abbonati a Trenitalia, della stazione di Orvieto, non si ferma e passa oltre senza preavviso
VALDICHIANA — In stazione non è stato trasmesso nessun annuncio vocale in merito e l’altoparlante gracchiava dei rumori, simili a pernacchie.
Il monitor della stazione prima ha riportato 5 minuti di ritardo, poi 10 minuti e infine 15, mentre il servizio Viaggiatreno segnalava ormai da 20 minuti che il treno era fermo all'altezza di Allerona.
“Vediamo dal sottopassaggio – è il commento dei pendolari - il treno sfrecciare sulla direttissima, che corre parallela. Sul monitor compare, a quel punto, un messaggio che annuncia la soppressione, non viene cancellato dalla schermata e rimane con 15 minuti di ritardi, e che i viaggiatori diretti a Roma possono utilizzare un altro treno”.
I passeggeri di Chiusi, che si trovavano a bordo del treno che è passato dritto, hanno informato i loro colleghi che dopo una lunga sosta, quando il treno si è riavviato, il capotreno ha annunciato la soppressione della fermata di Orvieto per un guasto ad uno scambio in stazione e che il treno si sarebbe fermato a Orte per consentire la discesa dei passeggeri che avrebbero dovuto scendervi.
Le 500 persone rimaste a Orvieto sono stati cosntretti a viaggiare stipati in piedi sui corridoi treno notte che ha solo tre carrozze passeggeri diurne. Ma prima della partenza c'è stata un'altra attesa piuttosto lunga, perché qualcuno doveva firmare una deroga alle abituali norme di sicurezza che prevedono un numero massimo di passeggeri per vettura.
Alcuni viaggiatori che non potevano permettersi un ritardo che si prospettava indeterminato, hanno dovuto sobbarcarsi un dispendiosissimo viaggio in taxi fino a Roma. Altri sono stati costretti a rinunciare alla giornata di lavoro, sprecando un giorno di ferie.
“Tutti hanno subito gravissimi disagi. L'episodio ha provocato la perdita di almeno un’ora di lavoro a ciascun passeggero del treno: circa 500 ore di lavoro perse. Riteniamo gravissimo – dicono i pendolari - il reiterarsi di questi tipo di episodi, vere e proprie interruzioni di pubblico servizio. Pur comprendendo che possano esserci dei guasti sulla linea, siamo nettamente in disaccordo su una simile gestione del traffico in caso di emergenza. Soprattutto è inaccettabile l'omissione di una comunicazione tempestiva, completa ed efficace all'utenza”.
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