Birra artigianale, arrivano i ristori
di Davide Cappannari - sabato 14 agosto 2021 ore 07:14
Per alcuni un flop, per altri un passo in avanti nel riconoscimento delle potenzialità economiche della categoria. Fatto sta che il promesso e tanto atteso contributo a fondo perduto per i birrifici artigianali è finalmente arrivato e a mio avviso è un gran buona notizia per il settore.
COSA DICE LA LEGGE
Nella legge di conversione del decreto Sostegni bis c’è la previsione di nuovo un contributo a fondo perduto, destinato ai produttori di birra artigianale. Un bonus birra per il quale sono stati stanziati 10 milioni di euro con l'obiettivo di dare una mano alle piccole imprese brassicole che nel 2020 hanno sofferto gli effetti della pandemia.
Riporto l’articolo con le specifiche dell’intervento:
Articolo 68-quater
(Misure a sostegno del settore della birra artigianale)
1. Per l’anno 2021 è riconosciuto un contributo a fondo perduto ai birrifici di cui all’articolo 2, comma 4-bis, della legge 16 agosto 1962, n. 1354, in misura pari a 0,23 euro per ciascun litro di birra del quantitativo complessivamente preso in carico rispettivamente nel registro della birra condizionata ovvero nel registro annuale di magazzino nell’anno 2020, in base alla dichiarazione riepilogativa di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 4 giugno 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 138 del 14 giugno 2019. All’onere derivante dal presente comma, valutato in 10 milioni di euro per l’anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, istituito dall’articolo 1, comma 128, della legge 30 dicembre 2020, n. 178.
Una misura che porta la prima firma della deputata toscana Chiara Gagnarli, già famosa tra i piccoli produttori di birra indipendente per aver favorito nel 2018 la riduzione delle accise: uno sconto del 40% che ha dato nuovo slancio al settore brassicolo in Italia. Questa volta i birrifici artigianali potranno contare su un bonus pari 0,23 centesimi per ogni litro di birra prodotto e preso in carico nel registro della birra condizionata o nel registro annuale di magazzino nel 2020, sulla base dei dati riportati nella dichiarazione riepilogativa che i micro birrifici presentano ogni anno all’Ufficio dogane e monopoli territorialmente competente.
CHI PUÒ RICHIEDERE IL BONUS
Possono accedere al bonus tutti i birrifici che hanno le caratteristiche stabilite nell’articolo 2 comma 4-bis della legge n. 1354 del 16 agosto 1962, ovvero tutti i piccoli birrifici indipendenti, che producono birra artigianale, quindi non soggetta a microfiltrazione e pastorizzazione, che usano impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, proprietari di licenza e la cui produzione annua non superi i 200.000 ettolitri.
Tutto ciò premesso, naturalmente, oltre a quanto sarà indicato nel provvedimento attuativo che dovrebbe arrivare a giorni.
PERCHÉ ALCUNI DICONO CHE SI TRATTA DI UN FLOP
Le maggiori critiche al provvedimento arrivano da chi, nel 2020, ha diminuito drasticamente la produzione per porre rimedio alle chiusure dei locali e al conseguente crollo delle vendite. Molti piccoli birrifici sono al di fuori della grande distribuzione e si affidano quasi totalmente alla vendita diretta e alla rete Horeca. La tempesta perfetta del Covid ha convinto molti di questi a limitare fortemente il numero di cotte prodotte lo scorso anno, anche per evitare che la birra rimanesse invenduta nei magazzini fino a scadenza. Di conseguenza questi birrifici riceveranno poco dal bonus del governo, mentre chi è riuscito tutto sommato a mantenere un buon giro di affari avrà più soldi.
Naturalmente ogni punto di vista ha le sue ragioni e merita di essere ascoltato. Personalmente credo che questo bonus sia comunque una buona notizia. Al di là del valore economico che porterà ai birrifici, rappresenta un riconoscimento da parte delle istituzioni più alte ad un settore che negli ultimi anni ha mosso numeri importanti, che è stato per lungo tempo in forte crescita e che ha retto bene al contraccolpo della pandemia.
COSA DICONO I DATI
Il report annuale di AssoBirra, l’associazione dei birrai e dei maltatori, evidenzia come il settore della birra artigianale sia stato duramente colpito dalle restrizioni messe in campo dal governo per contrastare la fase più acuta della pandemia. I dati raccolti nel 2020 certificano una perdita di produzione e di fatturato superiore al 70%. Secondo Matteo Minelli, vicepresidente di AssoBirra e fondatore di Birra Flea:“Lo stop della ristorazione ha bloccato i consumi, canale prioritario per i microbirrifici che si reggono sul rapporto con i distributori diretti. Parliamo di un settore costituito in gran parte da realtà imprenditoriali giovanili, che contava prima della crisi più di 850 produttori da Nord a Sud con circa 3000 addetti.”
Sempre secondo AssoBirra l’Italia è passata da una produzione di 523.000 hl di birra artigianale nel 2019 ad una di 361.000 nel 2020, con un calo di produzione stimato intorno al 31%. Situazione che ha portato alla chiusura di molte attività e alla perdita di posti di lavoro nei punti di consumo della birra (pub, ristoranti, bar, etc.) di oltre 20.000 unità, solo nel primo semestre del 2020.
CONCLUSIONI
I dati del 2020 sono tremendi e denunciano una prima vera flessione nel trend di crescita della birra artigianale. D’altro canto è arrivata nel periodo storico più difficile. Cause straordinarie che hanno rallentato i progressi di un settore che in pochi anni si è fatto largo tra gli altri i colossi delle produzioni alimentari made in Italy diventando una realtà riconosciuta. La birra artigianale italiana, e Toscana, eccelle nelle competizioni brassicole più importanti del globo ed è ormai ben radicata nei circuiti internazionali di vendita. Questo bonus del governo, seppur controverso e insufficiente per alcuni, è il riconoscimento di una nuova attenzione istituzionale ad un settore che non può più essere ignorato. L’augurio a questo punto è che entri definitivamente nella programmazione strategica dello Stato e delle Regioni come prodotto di filiera agricola, da valorizzare e sviluppare, qualcosa che in parte sta già accadendo.
Davide Cappannari