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giovedì 14 novembre 2024

LEGGERE — il Blog di Roberto Cerri

Roberto Cerri

ROBERTO CERRI - Spunti ed opinioni del Direttore della Biblioteca Gronchi di Pontedera su libri, lettura, biblioteche, educazione permanente e su come tutte queste cose costituiscano una faccia importante dello sviluppo delle comunità.

​Anche le biblioteche muoiono se non sanno rinnovarsi

di Roberto Cerri - domenica 13 luglio 2014 ore 14:35

Ho letto con interesse l'accurata ricostruzione che Michele Feo ha fatto della tragica e mi auguro solo temporanea scomparsa dalla cultura pisana della BUP, la Biblioteca Universitaria Pisana (il testo è scaricabile al link

http://www.academia.edu/7101329/Michele_Feo_Libri_...

Si tratta di una vicenda molto, molto complicata ed emblematica dei nostri tempi. Le biblioteche giocano oggi diversi ruoli. 

Uno è quello di contenere, in forma surgelata, la cultura e la memoria del mondo. Ma come surgelatori le biblioteche non potranno mai essere forti.
Appariranno come oggetti vecchi, costosi e ingombranti. Attireranno pochi utenti. E in periodi di crisi verranno spente o fortemente ridimensionate.
Alcune biblioteche stanno cercando spazio nel mondo dell'intrattenimento. Trasformandosi in luoghi di spettacolo e di socialità sperano di vivere meglio. Di certo conquisteranno pubblico.
Forse perderanno qualità e solo in parte saranno strumento per la crescita delle persone e sostegno allo sviluppo. Ma per la BUP la strada dell'intrattenimento è impercorribile. Ora sbarrata anche dalla formidabile ascesa della Biblioteca civica SMS di Pisa.
Una domanda a cui Michele Feo avrebbe dovuto cercare di rispondere è: perchè la chiusura della BUP non ha scatenato moti di protesta non dico degni del '68 pisano, ma nemmeno di qualcosa di simile alle proteste dei girotondini? 

Perchè gli studenti hanno semplicemente smesso di frequentarla e gli unici che si sono veramente arrabbiati sono stati (a parte un manipolo di
professori) i commercianti di piazza Dante che hanno visto crollare le entrate dei loro negozi?
Perchè il mondo della cultura pisana non ha battuto un colpo, mentre a Rovigo, per dirne una, la chiusura della Biblioteca dei Concordi ha portato in piazza centinaia di persone, ognuna sventolando un libro?
Temo che la risposta sia semplice. La BUP è sempre di più una biblioteca di conservazione. Non è un sostegno forte per la ricerca ed è di scarso interesse per i pisani che ora hanno cominciato a frequentare la nuova bellissima Biblioteca civica alle Piagge. E' tecnologicamente obsoleta e offre
poche novità. Quanto al personale: meglio lasciar perdere. 

Quindi, in un'epoca che bada al sodo, se ne può fare a meno.


Una soluzione potrebbe essere quella di ripensarla in un sistema bibliotecario cittadino integrato che assorba e risolva anche il destino della biblioteca provinciale. Ma è una soluzione troppo complicata per una città antropologicamente anarchica come Pisa e per un paese come l'Italia dove
i diversi soggetti pubblici fanno fatica a fare squadra anche su progetti semplici. E qui siamo nel difficile.
E poi, per dirla proprio tutta, ho l'impressione che, commercianti a parte, alle istituzioni non interessi affatto riaprire la BUP. Quindi vivrà congelata. Si alleggerirà di personale che nel frattempo andrà in pensione. 

E poi .... Poi si vedrà.

Roberto Cerri

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