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Attualità sabato 29 ottobre 2016 ore 15:39

La Toscana del vino guarda al biologico

Siena è prima provincia vitivinicola bio in Toscana con oltre 5mila ettari; sono bio il 18% delle etichette di Nobile e il 20% di Brunello



MONTEPULCIANO — Aumenta la superficie vitata a biologico in Toscana, +38% in meno di tre anni, passando da 9.243 ettari (al 31.12.2013) agli attuali 12.772 ha. (al 30.09.2016) pari all’8,7% della superficie biologica complessiva. L’Italia (con circa 73mila ettari) si colloca al secondo posto in Europa (dopo la Spagna) e con la Toscana al terzo posto, dopo Sicilia e Puglia. 

Questi numeri sono emersi dal convegno di Montepulciano organizzato dalla Cia Toscana e Anabio, con il patrocinio del Comune, che ha visto la partecipazione di numerosi addetti ai lavori, viticoltori.

«Il biologico non è sicuramente una moda per quanto ci riguarda – ha sottolineato il presidente Cia Toscana Luca Brunelli –, dal momento che con circa 2mila aziende agricole, rappresentiamo oltre il 40%delle aziende biologiche in Toscana e molte di queste sono vitivinicole, un dato di grande responsabilità per noi. Come Cia condividiamo la scelta di far crescere il biologico; crediamo nelle indicazioni che insieme alla Regione abbiamo costruito, con il tentativo di raddoppiare questa pratica agronomica. Il bio ha un ruolo importante ormai, e la Cia è e sarà sempre presente e propositiva».

«Il biologico è una realtà ormai presente e consolidata in provincia di Siena - ha detto il presidente Cia Siena Luca Marcucci, - qui è prima di tutto la professionalità degli agricoltori a fare la differenza e la qualità. Montepulciano è uno dei comuni che fin dall’inizio ha creduto nel biologico, e la grande qualità delle aziende vitivinicole lo dimostrano ogni giorno»

Gli ultimi dati del Servizio Fitosanitario della Regione Toscana mostrano che sono 1.837 i viticoltori biologici in Toscana, il 37% degli operatori biologici regionali. 

«Tra le province con maggiore estensione di superfici a vigneto biologico – ha sottolineato Alessandra Alberti, tecnico Cia Toscana - c’è al primo posto la provincia di Siena con oltre 5mila ettari, poi Firenze con 3.500 e Grosseto con 2mila ettari. Se poi si analizzano le vendite, nel 2015 hanno raggiunto complessivamente 205 milioni di euro»

Dall'incontro è emersa forte la consapevolezza che il biologico, a partire dall'agricoltura e dal cibo ma anche in tutte le sue altre declinazioni produttive, possa diventare un potente driver per tirare fuori risorse molto importanti per il Paese, alimentando lavoro e indotto. 

Il comparto però presenta anche delle criticità segnalate dal presidente nazionale della Cia Dino Scanavino e dal presidente di Anabio Federico Marchini: «c'è la necessità di riorganizzare la rappresentanza politico-professionale del mondo produttivo, oggi troppo frammentata e dispersa in un numero eccessivo di sigle territoriali. Questo è necessario affinché il comparto biologico esca definitivamente dal ruolo "di nicchia" e diventi il nuovo paradigma produttivo».


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