Attualità giovedì 23 giugno 2016 ore 12:27
Dalle Terme la ‘svolta’ della sanità nel Sud Est
Evento che segnerà il cambio di passo reale per la sanità delle tre province di Arezzo, Siena e Grosseto sotto la gestione Asl della Toscana sud est
CHIANCIANO TERME — Un’iniziativa che si è svolta a Chianciano e alla quale hanno portato il loro saluto le istituzioni locali (sindaco Marchetti e presidente della conferenza dei sindaci Termine) e regionali (presidente commissione sanità Scaramelli), dell’azienda ospedaliera universitaria senese, hanno fornito non solo un contributo, ma un autentico e salutare choc di realismo e di saggezza, l’intervento di due figure che possono apparire “extra sistema”: Don Antonio Mazzi, fondatore della Fondazione Exodus e Claudio Diaz, malato consapevole.
Con questo evento si entra concretamente nel vivo della organizzazione e nella adozione di quelle pratiche che produrranno un autentico cambio di passo. Proprio un anno fa ha preso il via questa esperienza, con il commissariamento delle tre Asl e la nomina di un commissario di area vasta, poi la nascita formale e giuridica dell’azienda, quindi la costruzione strutturata dell’azienda e l’elaborazione delle linee di azione nate dalla lettura delle esperienze internazionali, delle linee di indirizzo regionali, delle diverse realtà socio economiche e di bisogni di salute delle tre popolazioni.
“Grazie al fatto di partire da buone, spesso eccellenti esperienze nelle tre diverse aziende, con la presenza di professionisti di primissimo livello e di una consapevole partecipazione al processo di cambiamento che arriva proprio dalle base degli operatori, si è messa in cammino di gran carriera una macchina con oltre diecimila motori umani a spingere verso quel modello organizzativo innovativo ora definito e che è il prodotto di un processo lungo non solo questi ultimi mesi, ma anni” - lo dice il direttore generale Enrico Desideri, che proprio sulla iniziativa di Chianciano esprime grande soddisfazione perche i 912 partecipanti, con i sedici “cantieri” tematici, hanno convintamente definito le strategie nelle diverse azioni che il piano di sviluppo aziendale ha individuato a livello dell’intera area vasta con la creazione di numerose reti specifiche.
Così, anche sulla spinta delle esperienze e i suggerimenti derivanti dal percorso compiuto in altre realtà nazionali e internazionali, presentate durante l’assemblea generale, oltre che dai vertici aziendali e dal direttore programmazione area vasta Giovannini, anche dalla professoressa Valeria Tozzi della Università Bocconi e da Teresa Mechi della Regione Toscana, si sono individuate le strategie per costruire le “reti orizzontali specialistiche”, le “cure primarie, reti cliniche e integrazione per la reale presa in carico”, la “promozione della salute attraverso la gestione in rete multiprofessionale”, la “partecipazione, trasparenza ed etica, trasformando l’azienda in una casa di vetro”, la “lotta al dolore inutile”, il “ruolo delle professioni sanitarie e sociali con la scommessa nella integrazione e nella gestione dei percorsi”, la “rete della riabilitazione”, la fondamentale “risposta in rete dell’emergenza urgenza”, le “tecnologie sanitarie e informatiche” per le quali necessita un notevole passo avanti per creare reti abilitanti, la “semplificazione”, la “sfida sui tempi di attesa, da vincere ricercando equità di accesso”, la “prevenzione collettiva”, la “oncologia e la sfida di nuovi modelli organizzativi, e l’appropriatezza di farmaci e percorsi di cura”, il ruolo del “paziente consapevole, per far si che venga ascoltata la voce dei cittadini per costruire nuovi modelli di sanità”, “l’accompagnamento alla vita, dal concepimento alla adolescenza” e la “individuazione di asset organizzativi efficaci ed efficienti per guidare una azienda di queste dimensioni e complessità”.
Don Mazzi ha infiammato la platea. Lui che ha dedicato la vita alla creazione di una rete di strutture per assistere gli ultimi, dagli ex tossicodipendenti a coloro che uscivano dalla “prigionia” della prostituzione, dagli ex carcerati a soggetti con ogni tipo di difficoltà, ha voluto approfondire il tema del “Lavoro pubblico, patrimonio comune”. Ha risvegliato e stimolato in ognuno l’orgoglio di comprendere il valore di essere al servizio degli altri. Un intervento (che proponiamo come pezzo separato, ndr) e un monito valido non solo per chi lavora in sanità, ma per tutti.
Poi Claudio Diaz, da molti anni costretto su una sedia a rotelle, con attenzione e sagacia ha raccontato ed elencato senza sconti, quali sono i “mali” dell’organizzazione sanitaria per un paziente. Ha richiamato con fermezza al rispetto del ruolo del paziente, che non è, non può e non deve diventare, solo un numero, un oggetto sul quale intervenire con ricette costruire in laboratorio. C’è un diritto ad essere protagonisti della propria salute da parte dei cittadino-paziente e nel percorso di presa in carico che anche questa azienda intende curare particolarmente, Diaz ha saputo indicare una decina di punti essenziali, che diverranno patrimonio importante nello sviluppo dei processi aziendali. Per Diaz e Don Mazzi, lunghissimo applauso e standing ovation con un forte impatto emozionale.
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