Un mondo popolato di sculture, l’arte di Franco Mauro Franchi
di Riccardo Ferrucci - mercoledì 07 novembre 2018 ore 18:03
“Sognando Itaca” è l’ultima mostra di Franco Mauro Franchi, attualmente in corso nella suggestiva cornice di Certaldo Alto nel Palazzo Pretorio e in altri spazi all’aperto, che resterà visitabile fino al 6 gennaio 2019. Alcune opere scultoree monumentali sono presenti nel magico centro storico della cittadina medioevale. La mostra, curata da Filippo Lotti, ha un titolo evocativo: "Sognando Itaca", il sogno di ogni navigante che anela al ritorno a casa, al riposo, agli affetti. E' il viaggio onirico della scoperta, dell'attesa, della sorpresa. Nelle opere pittoriche appaiono lidi, talvolta aridi e petrosi, popolati da sirene o misteriose creature, colte in pose statuarie mentre prendono il sole, o mentre si mimetizzano nella natura, a volte ieratiche, a volte sorprese in atteggiamenti giocosi. Franchi è nato a Castiglioncello, in provincia di Livorno, nel 1951. Scolpisce, dipinge, disegna. Ha iniziato ad esporre alla fine degli anni Sessanta in molte città italiane e poi all'estero (Svizzera, Francia, Germania, Giappone). E’ stato fino ad oggi docente di Scultura all'Accademia di Belle Arti di Carrara. La dimensione ludica è molto presente nella poetica di Franchi che aspira alla classicità, ma procede anche con la naturalezza dello sguardo di un bambino; capace di vedere, con occhi diversi, la realtà, far emergere il fantastico e il meraviglioso dalla pietra, dal marmo, dal bronzo, dai segni di un’artista maturo, ma, insieme, eternamente giovane. Abbiamo incontrato nel suo studio il maestro toscano intento a realizzare nuove opere.
La tua ultima mostra è adesso a Certaldo e rappresenta l’ultimo tuo viaggio nel mondo della bellezza e della storia, come quella che racconta un città ricca di tradizione e fascino come Certaldo. In che modo riesci a conciliare la tua attività di scultore, pittore e disegnatore ?
Prima di tutto il disegno sta alla base di tutte le espressioni artistiche, poi la scultura è un disegno infinito perché i volumi dei suoi spazi si controllano dai profili. Mi viene naturale disegnare e progettare sulla carta dei piccoli bozzetti che, dopo un passaggio tridimensionale, sono destinati a diventare future sculture. La pittura è un fatto istintivo, ambientare nel colore le forme che, poi, vado a costruire con le mie sculture. I miei esordi sono stati come pittore, anche perché era più semplice, negli anni settanta, entrare sulla scena culturale come pittore, con dei dipinti. All’inizio della mia avventura artistica fui selezionato come pittore dal critico Mario De Micheli per una mostra importante a Livorno al Palazzo del Portuale, in compagnia di autori più importanti e già storicizzati. Poi sono diventato docente di scultura all’Accademia in sedi importanti come Firenze, Bologna e Carrara, ciò ha contribuito a portare i miei interessi e la mia attenzione sempre di più verso la scultura.
Tra le tue mostre più belle vorrei ricordare “Sogni Mediterranei” ambientata nel suggestivo spazio del Teatro Romano e del Museo Archeologico di Fiesole, dove alcune tue grandi sculture dialogavano in modo ravvicinato con la bellezza di questi luoghi.
Molte mie sculture nascono in funzione della grande dimensione e della fisicità della loro costruzione, perché spesso si collocano in un contesto naturale e architettonico che dialoga con ciò che le circonda. Le mie grandi opere dialogano con la storia, il passato, ma anche in ambienti moderni si armonizzano perfettamente con gli scenari circostanti. E’ importante partire dal disegno e dai bozzetti prima di realizzare una scultura di grandi dimensioni, ti aiuta a mettere a posto le varie dimensioni plastiche, in un dialogo ravvicinato con la materia e l’opera. Nel viaggio di costruzione della scultura poi modifichi alcuni particolari rispetto ai bozzetti originari, sono cambiamenti che ti vengono suggeriti dalle nuove dimensioni e dai materiali utilizzati. Cerco sempre di modificare la superficie delle mie opere attraverso interventi personalizzati; questo non mi consente di allontanarmi dall’opera e di affidarmi ai tecnici dei laboratori artistici come fanno altri autori. Per me è molto importante inserire, nelle mie opere, i segni del tempo e del fare artistico , con ferite e incisioni che modello personalmente ed arricchiscono quasi tutti i miei lavori.
Nella scultura è essenziale anche il materiale che viene utilizzato. Nella tua opera hai usato materiali diversi : dal marmo alla pietra, dal bronzo alla resina. C’è una materia che senti più vicina alla tua sensibilità ?
Mi trovo molto bene con qualsiasi materiale. Nel periodo degli studi accademici ero abituato a lavorare con modelli viventi, dopo la situazione è cambiata e ho cominciato a guardare i materiali che potevo utilizzare. Principalmente erano pietre o marmi, dove mi piaceva guardare le forme che contenevano, per dirla con Michelangelo “mi piaceva togliere il superfluo”. Questa ricerca ed il lavoro sulla pietra mi ha portato a realizzare questi volumi pieni, rotondi ed anche la modellatura della superficie è una conseguenza di questa mia ricerca, non mi accontento più di raffigurare la natura, ma invento qualcosa di personale, unico, irripetibile. Adesso utilizzo materiali nuovi, come il vetroresina, che permettono maggiore libertà, anche se il vetroresina dovrebbe essere un passaggio provvisorio per sculture che, alla fine del loro percorso, dovrebbero essere fuse in bronzo. Prima i modelli iniziali erano fatti in gesso, con una materiale più pesante, fragile e che doveva essere conservato in luoghi chiusi. I miei modelli in resina, con le patinature che riesco a realizzare, assomigliano molto ad un’opera in bronzo, ma senza gli alti costi realizzativi del bronzo che ha necessità di una committenza pubblica o privata per sostenere le ingenti spese necessarie. L’utilizzo del vetroresina mi ha consentito di portare, in contesti storici stupendi, numerose mie opere, che diventano anche più facilmente trasportabili e collocabili rispetto ad una scultura realizzata in marmo o bronzo.
Quali sono i tuoi progetti futuri ?
L’ultimo mio lavoro è stato presentare, in questi giorni, il catalogo della mostra di Certaldo, che, seguendo un percorso in itinere, mi piace pubblicare a mostra in corso, con le foto delle sculture collocate nel contesto degli ambienti naturali, con una suggestione maggiore che creano queste foto delle opere immerse nel paesaggio che le racchiude. Ho in programma anche due mostre personali nel prossimo anno in gallerie private a Livorno e Pietrasanta. La mostra nella città versiliese è un occasione per tornare in un luogo a cui sono molto legato, dove ho quasi sempre portato a fondere le mie sculture. La mostra avrà luogo in una piccola galleria, ma stiamo studiando la possibilità di collocare delle mie grandi sculture in spazi all’aperto.
Riccardo Ferrucci