Il tempo sospeso di Giuliano Giuggioli
di Riccardo Ferrucci - domenica 22 maggio 2022 ore 08:00
Il Palazzo delle Arti di Fucecchio ospita la mostra personale di Giuliano Giuggioli da titolo “Il tempo sospeso”, curata da Filippo Lotti.
Giuliano Giuggioli nasce nel 1951 a Vetulonia, in provincia di Grosseto. Autodidatta di formazione è riuscito, con grande talento, a sviluppare un personalissimo linguaggio figurativo dove surreale e reale convivono in un delicato punto di incontro che lui solo riesce a concretizzare con la forza del disegno e del colore. L’artista “etrusco”, come ama definirsi, dopo numerose esperienze internazionali, approda nella città di Indro Montanelli presentando un nutrito corpus di opere recenti oltre a una serie inedita: oltre 70 lavori tra pittura e scultura. In questa mostra presenta cinque cicli pittorici, che corrispondono agli ultimi quattro anni di lavoro a partire dagli Emergenti dipinti tra il 2019 e il 2020, il Progetto Pegaso nato nel 2019, i Sospesi opere del 2020, i Frammenti sempre nati del 2020 e le Isole Blu opere realizzate dalla fine 2021 e sulle quali sta lavorando tutt’oggi. La mostra, patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Fucecchio, è organizzata da Casa d'Arte San Lorenzo.
La mostra che hai appena inaugurato a Fucecchio rappresenta uno sguardo complessivo sul tuo lavoro degli ultimi anni.
Il titolo della mostra offre un’indicazione precisa, il titolo “Il tempo sospeso” indica il periodo della pandemia, adesso finalmente posso presentare al pubblico le mie nuove opere, che ho realizzato da solo, chiuso nel mio studio.
Che rapporto hai con il passato, la storia, i miti, essendo comunque un pittore contemporaneo che sperimenta modelli compositivi innovativi.
Sono un appassionato di storia e più che studio i periodi precedenti mi accorgo che tutto è collegato e contiguo. Non c’è passato senza futuro e presente. Viviamo in un tempo circolare e quello che è accaduto condiziona il nostro presente, guardare al passato ci permette di comprendere e vivere il presente.
Un altro aspetto che connota la tua pittura è l’uso del colore, con cambiamenti cromatici molto forti e che imprimono sentimenti diversi al tuo lavoro.
Credo di essere un pittore surrealista simbolico che racconta le proprie storie ed emozioni. Adeguo il tono coloristico e la luce al racconto che voglio narrare, ci sono storie che richiedono una voce molto bassa e altre volte si sente la necessità di ricorrere ad una tavolozza più estesa.
C’è una frase che dice la madre di Pirandello al figlio, in un celebre film di Paolo e Vittorio Taviani, di cominciare a guardare le cose con gli occhi di chi non le vede più, ne proverai dolore, ma questo dolore ti consente di avere un sentimento più sacro e profondo.
Assolutamente sì, mi definisco un erede del popolo etrusco. Guardo il presente con gli occhi del passato e questo mi permette di gettare una luce sul nostro futuro.
Un pittore ha sempre dei sogni del cassetto, dei desideri e dei progetti da realizzare. Cosa ci riserva Giuggioli per il prossimo futuro?
Ho molti progetti da realizzare, presto faro una mostra nel castello di Leonardo a Piombino e in questa occasione parlerò di cavalli, castelli, cavalieri, labirinti, sarà una nuova occasione di viaggiare nel passato con gli occhi della contemporaneità. Voglio anche realizzare una mostra sul tempo, indagando il senso del tempo con gli occhi di un adulto. Quando dipingo i reperti, le navi antiche e romane, sono strumenti per navigare nel passato e scoprire il futuro.
Nei tuoi dipinti ci troviamo di fronte a costruzioni complesse, non facilmente decifrabili, si assiste ad un gioco nel gioco che si chiude nel mistero e tra segreti impenetrabili.
Cerco sempre di suggerire una visione complessa, un mio dipinto non si esaurisce al prima sguardo, ma è soltanto riguardando certe mie opere che si comincia scoprire verità e segreti. Entrare nel mio universo è come salire su una macchina del tempo che ci porta in direzioni a volte sorprendenti.
In una classificazione provvisoria tu appartieni ad una linea di figurazione fantastica che ha avuto, in Toscana, figure di primo piano come Antonio Possenti e Luca Alinari.
Adesso mi sento molto solo, perché il nostro modo di fare arte appartiene ad una generazione passata. Le generazioni più giovani sono più votate ad un consumo più immediato, a tempi di vita condizionati dai social e da un gesto immediato.
L’arte di Giuggioli, con i frequenti richiami alla classicità, si presenta come un repertorio di storie e sogni che accompagnano lo spettatore in un viaggio in una dimensione onirica, un modo per ritornare alla vita e celebrare la bellezza. Nei suoi dipinti disegno e colore si incontrano per mettere in scena un sapiente gioco compositivo che trova nella fantasia il suo registro ideale. Come diceva il regista russo Tarkovskij “Credo che nel cinema coloro che resteranno sono i poeti che non si limitano a riprodurre la realtà, ma inventano un proprio mondo”. Anche Giuggioli, da autentico poeta, non si limita a riprodurre la realtà, ma inventa un mondo ideale in cui perdersi e ritrovarsi. La mostra sarà visitabile fino alla fine di maggio ed è un’occasione per ammirare uno degli artisti toscani più importanti e più affermati.
Riccardo Ferrucci