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Spettacoli martedì 21 luglio 2015 ore 09:50

Gemme della musica alla Festa della Musica

Il perfetto connubio fra cultura, cibo, valorizzazione del territorio e attenzione al sociale si sintetizza in tre semplici parole: Festa della Musica



CHIANCIANO TERME — Dal 22 al 26 Luglio al Parco Fucoli, torna la XVI edizione della rassegna che riesce a proporre un programma in cui brillano alcune gemme della musica indipendente italiana e molti artisti già presenti nel panorama internazionale, e se il cibo e i piatti cucinati dai volontari del festival sono a km zero anche alcuni artisti lo sono. Spazio quindi alle band della provincia di Siena (selezionate da una lista di ben 60 proposte giunte alla direzione artistica del festival) e alla consueta Small Big Band, fiore all'occhiello del piccolo ma vivace comune senese.

Giovedì 23 tocca ai primi ospiti nazionali e internazionali a salire sul palco. Spazio quindi a Fabrizio Pocci e il Laboratorio, il cui primo singolo intitolato “Il migliore dei mondi” è stato, nella scorsa primavera, al numero 1 dei brani al debutto più programmati in ambito radiofonico. Impossibile etichettare il suo nuovo progetto con un genere definito; Pocci va spaziando dalla musica cantautorale a ritmi folk, dalla patchanka al reggae e allo ska.
Dopo di lui sarà la volta di C'mon tigre, una delle migliori novità della musica indipendente, per la loro sonorità funk, un mosaico di melodie arabeggianti, drum machine analogiche, chitarre sinuose e una potente sezione di corni in grado di far ballare un esercito di serpenti.
Le presentazioni dei nuovi album sono una prerogrativa di questa edizione della Festa della Musica. Dopo i C'mon Tigre dal Belgio arrivano i Balthazar, che questa'anno tornano a calcare le scene con “Thin Walls”, il loro ultimo disco in studio.

Venerdì 24 luglio spazio ai Bad Love Experience che a Chianciano presentano “Believe Nothing”, il loro quarto album in studio, uscito lo scorso aprile, che arriva dopo la candidatura del 2010 al David di Donatello per la miglior canzone originale (colonna sonora de “La prima cosa bella” di Paolo Virzì) e dopo il successo di critica e pubblico del 2012 ottenuto con “Pacifico” (Black Candy Rec).
A seguire Giovanni Truppi: più di cento concerti in meno di due anni,
ora un nuovo disco che spazia dal rock alla canzone d'autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessità e ingenuità sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni. Chiudono i britannici Gentleman’s Dub Club: la nuova e vitale essenza del reggae europeo. Nati a Leeds nel 2006, hanno fatto del loro sound energico e pulito il marchio di fabbrica di tutte le loro produzioni. Grazie ad una presenza scenica devastante, ai bassi poderosi ed alle incursioni nella dubstep e nello ska più frenetico, i loro live sono un’esperienza unica, pura energia per il corpo e per la mente. Con la pubblicazione sulla “Ranking Records” del loro primo album “Fourty Four”, i GDC hanno trovato la loro consacrazione al grande pubblico calcando i palchi più importanti della Gran Bretagna e dei maggiori festival europei di bass music.

Sabato 25 tocca ai fiorentini The Venkmans aprire le danze. Nome stranoto per chi ha frequentato Arezzo Wave negli ultimi anni, nel dicembre 2013 aprono i concerti dell’artista inglese Tricky, in occasione delle tre date italiane del “False Idols” tour. Alla fine del 2014 esce il video di “Critical”, altro singolo estratto dall’album “Good Morning Sun”. A seguire la presentazione live di “Surfin’ Gaza“, il debut album di una band che è già un culto. È Omosumo, trio siciliano formato da Angelo Sicurella, Roberto Cammarata e Antonio Di Martino. Il disco nasce a cavallo tra il 2013 e il 2014 ed è un chiaro riferimento a quello che accadeva fino a poco tempo fa sulle coste della striscia di Gaza, dove palestinesi e israeliani si ritrovavano insieme per surfare su di un mare che appariva incredibilmente lontano da guerre, scontri di territorio e violenza quotidiana. In chiusura quello che è forse l'ospite più importante di questa edizione del festival: Crookers, un nome il cui sound unisce elementi house, rap e “weird”.

Infine Domenica 26, nella giornata conclusiva del festival, i Mamavegas. A tre anni di distanza dal loro disco di esordio, l’apprezzato “Hymn for the Bad Things”, tornano con un album che prende il titolo dal nome di un lago artificiale: “Arvo”.


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