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Attualità venerdì 26 giugno 2015 ore 12:18

Una cura senza chemio per la leucemia

Il team di Monica Bocchia del policlinico delle Scotte ha sperimentato un nuovo trattamento farmaceutico per il tumore del sangue.



SIENA — Presso la Ematologia del policlinico universitario delle "Scotte" si stanno sottoponendo alcuni pazienti a trattamenti di cura della leucemia senza la chemioterapia e il metodo finora sta dando dei risultati positivi. La leucemia linfatica cronica è la forma di tumore del sangue più diffusa; si usa il termine "cronico" perché si tratta di un tipo di tumore che garantisce una lunga sopravvivenza e si controlla per molti anni grazie alle cure, ma che causano pericolosi effetti collaterali soprattutto in caso di ricorso alla chemioterapia. 

Siena sta partecipando a uno studio internazionale che coinvolge oltre 200 persone in tutto il mondo, per 24 centri di terapia di cui 10 solo in Italia. Il nuovo metodo curativo si estranea dalla tradizionale chemioterapia e utilizza invece il mix di due farmaci, l’anticorpo monoclonale “anti CD20″ (Obinutuzumab) e l’inibitore “Bruton Kinasi” (Ibrutinib). Il primo attacca il cancro in superficie, il secondo blocca la proliferazione cellulare. Già da soli erano molto validi, ma uniti insieme formano un “cocktail” che agisce in modo diretto ed efficace contro la malattia, ma senza lo strascico di effetti collaterali antipatici e tossici che invece riguardano le chemioterapie. Se il metodo dovesse funzionare, si potrà cambiare molto nella cura delle leucemie.

“I due farmaci - spiega il dottor Alessandro Gozzetti, coordinatore senese della sperimentazione clinica internazionale multicentrica - singolarmente hanno mostrato estrema efficacia e il loro utilizzo combinato apre una nuova era nella terapia di questa leucemia. Il primo paziente ha iniziato da poco il trattamento che si è mostrato ben tollerato. Una specifica tipologia di linfociti, cioè le cellule del sistema immunitario che ci difendono dalle infezioni si modificano continuando a riprodursi e ad accumularsi nel sangue e negli altri organi. La nuova terapia consente proprio di bloccare questa crescita anomala e di intervenire sulle cellule malate”.


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