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Attualità mercoledì 20 gennaio 2016 ore 15:58

“Ricchezza per tutti dove l'integrazione riesce"

A parlare è il Vescovo Manetti durante il primo Giubileo diocesano che è stato dedicato a chi è considerato “ultimo” della società contemporanea



MONTEPULCIANO — Domenica 17 Gennaio, celebrando la 102^ Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato in cattedrale a Montepulciano, erano presenti profughi provenenti dal Mali, dalla Nigeria, dal Senegal, dal Gambia, dal Ghana, dalla Romania, dalla Polonia, dalle Filippine, dall’India e dal Guatemala. Proprio i senegalesi hanno animato il rito domenicale con i canti tipici tradizionali, guidati da Chiara Giorgi, docente dell’Istituto di Musica di Montepulciano.

“Il fatto che la prima giornata giubilare comunitaria sia dei migranti e dei rifugiati è un bel segno di questa accoglienza; evangelicamente gli ultimi diventano i primi” - ha detto il Vescovo concludendo la sua omelia dinanzi ad un’assemblea attenta, partecipe ed internazionale.

Tra gli ospiti presenti alla celebrazione anche diversi immigrati di religione islamica che, lontani da preconcetti, hanno voluto essere presenti al Giubileo loro dedicato per manifestare gratitudine ed accoglienza a chi, ormai da qualche anno, li accoglie nel territorio diocesano, mettendo a disposizione strutture e forze umane.

La Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza accoglie infatti gli immigrati – attraverso la Caritas diocesana – a Gracciano, Querce Al Pino e Sinalunga, nelle strutture parrocchiali. Presente in Cattedrale anche l’assessore all’Integrazione del Comune di Sarteano dott.ssa Luisa Gandini, che ha collaborato con la Diocesi per la buona riuscita dell’evento giubilare.

Allargando lo sguardo al territorio circostante monsignor Manetti ha precisato che “Non è più tempo di bombe intelligenti: dopo 20 anni abbiamo finalmente capito che erano stupide. Così l’esperienza ci insegna che non si può bombardare la Libia, per esempio, senza conseguenze che ci riguardano. Infatti – ha continuato, interrogando i presenti - chi di noi lascerebbe volentieri la terra dove è nato? Chi di noi rimarrebbe a tutti i costi nella propria patria se si comincia a morire di fame? Come si fa a chiedere ai siriani di rimanere a casa il giorno stesso in cui si triplicano i bombardamenti delle forze alleate?”.

Profonda gratitudine è stata espressa dal padre polacco Norberto Suhak, delegato vescovile per la Pastorale dei migranti e dei rifugiati. A prendere la parola, prima della conclusione, anche Jack, migrante senegalese: “Siamo felici di partecipare a questa giornata dedicata a noi immigrati. Grazie per questi momenti che ci fanno sentire vicini, non solo tra di noi ma anche con voi; e soprattutto ci fanno sentire cittadini dello stesso Mondo, abitanti della stessa realtà. Non è facile per noi spiegare perché abbiamo dovuto lasciare i nostri Paesi d’origine, ma siamo sicuri che giornate come questa ci permettono di avvicinarci e sono importanti per noi; speriamo che ci siano ancora giornate come questa domenica giubilare”.

Il Vescovo, dopo il solenne rito, ha invitato tutti gli ospiti nei locali del Palazzo Vescovile per un aperitivo cordiale e fraterno.


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