Attualità mercoledì 18 febbraio 2015 ore 18:19
Il no della Soprintendenza alla luce sulla croce
La Soprintendenza non ha dato l'autorizzazione a installare la luce sulla Croce del Monte Cetona, il sindaco precisa che non c'entra la politica
SARTEANO — Nei giorni scorsi si è creato un vero è proprio tamtam mediatico intorno al fatto di illuminare la croce sul Monte Cetona. La proposta di porre la luce sotto la croce era arrivata da un privato, il quale avrebbe pagato di tasca propria l’illuminazione come contributo alla valorizzazione del luogo.
I due Comuni coinvolti, Cetona e Sarteano, hanno verificato la fattibilità della cosa ma la Soprintendenza ha bocciato la richiesta di installare un impianto fotovoltaico per l’illuminazione notturna della croce.
Siccome la richiesta è stata portata avanti anche dalle due parrocchie dei Comuni, il sindaco Landi ha incontrato il parroco di Sarteano, Don Fabrizio, a cui ha spiegato perché non è stato possibile porre l'illuminazione. L'incontro è stato cordiale e positivo per entrambi le parti.
“Ho avuto modo di chiarire a Don Fabrizio – dice Landi - al quale mi lega un rapporto di stima ben prima di diventare primo cittadino, che la mancata autorizzazione da parte della Soprintendenza è una questione tecnica, e non potrebbe essere altrimenti, dato che si parla di un organo del Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo che si rifà a normative nazionali. La disciplina dei beni paesaggistici classifica i nostri territori e dà indicazioni precise su quali modifiche siano possibili o meno. Ribadisco che si tratta di un parere tecnico, e non potrebbe essere altrimenti visto che indirizzare o commentare l'esito di una pratica di edilizia privata non compete ai politici, che anzi, entrerebbero in un terreno scivoloso al confine della legge”.
ll Monte Cetona è un ambiente sotto tutela e per la legge la zona è caratterizzata da un pregevolissimo alternarsi di valli e crinali che grazie a caratteristiche geomorfologiche ed alla millenaria opera dell’uomo si configurano come un complesso di beni naturalistici e storici hanno assunto eccezionali valori di singolarità.
“Certe divisioni che sono state descritte appartengono ad un’altra epoca storica – conclude Landi – non di certo alla volontà dell’amministrazione comunale che rappresento, e che considera la comunità parrocchiale di Sarteano un patrimonio che arricchisce il ricco tessuto sociale della nostra cittadina, con tanti giovani che la frequentano e che si dimostrano attivi nella vita di tante associazioni del paese”.
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