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Attualità venerdì 30 luglio 2021 ore 10:57

La musica trova casa a Monte San Savino

Il festival musicale savinese chiude con l'omaggio a Camille Saint- Saëns del 31 luglio e con il concerto dei Radicanto del 3 agosto



MONTE SAN SAVINO — Due grandi appuntamenti, entrambi ad ingresso gratuito, animano il mese di agosto e danno degna conclusione al festival musicale savinese, inserito all'interno del Festival delle Musiche che proseguirà in Valdichiana. Sabato 31 luglio Ensemble Ouvert omaggerà Camille Saint- Saëns, mentre martedì 3 agosto i Radicanto chiuderanno la manifestazione con “Le Indie di quaggiù”.

Sabato 31 luglio sarà l’omaggio al compositore Camille Saint-Saëns, a cento anni dalla morte, ad impreziosire la serata del Festival Musicale Savinese con il suo rinomato Ensemble Ouvert composto da Federica Lotti (flauto), Alessandro Perpich (violino), Luca Falasca (viola), Giancarlo Trimboli (violoncello), Pierluigi Camicia (pianoforte). Inizo alle ore 21:15, presso il Chiostro di Palazzo di Monte, con un ricco programma che prevede l’esecuzione della “Romance Op. 37”, del “Quartetto Op. 41” per violino, viola, violoncello e pianoforte e di alcuni brani tratti dalla composizione forse più conosciuta del compositore parigino: “Il Carnevale degli Animali”.

Martedì 3 agosto l'ultimo appuntamento del Festival Musicale Savinese a Monte San Savino, nell’ambito del Festival delle Musiche che invece proseguirà in Val di Chiana fino al 7 agosto, con il concerto presso il Teatro all’aperto dei Radicanto in “Le Indie di quaggiù, realizzato in collaborazione con la Rete Toscana Ebraica. Maria Giaquinto (canto, voce recitante), Giuseppe De Trizio (chitarra classica), Adolfo La Volpe (chitarra elettrica, oud) e Francesco De Palma (duff, riqq, zarb, cajon) porteranno al Monte la nuova produzione nata dalla voglia di esplorare attraverso la forma “canzone” in chiave d’autore e acustica la musica del mediterraneo. In “Le Indie di quaggiù” trovano suono la ricerca, la rielaborazione e la dedizione verso le tradizioni popolari “vive” di tutto il mediterraneo, che hanno fatto, nel corso dell’ultimo decennio, dei Radicanto una delle più interessanti realtà musicali in Italia.

Il progetto propone un approccio tutt’altro che filologico alle forme della musica etnica, basato più sulle suggestioni che essa suscita all’ascolto odierno, arricchito da influenze e sonorità contemporanee. La sensibilità di musicisti provenienti da differenti tradizioni musicali, dà vita a un’interpretazione non convenzionale dei canti d’amore e maternità, di lotta e di libertà, di fede e ritualità. La voce è il ponte immaginario che unisce non solo le diverse tradizioni musicali, ma anche la poesia che le attraversa. Il risultato è una performance musicale d’impatto, votata al ritmo, alla melodia e alla memoria di quella storia non ufficiale che non smetterà mai di insegnarci il futuro, con i suoi momenti d’autore che riecheggiano fra le note e che prendono forma nella poetica ruvida dei suoi cantori.


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