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Attualità venerdì 17 luglio 2020 ore 11:30
"Quando Benigni mi ringraziò per la statua"
Lo scultore Andrea Roggi fa chiarezza sulla querelle che da tempo interessa il grande attore e che divide i castiglionesi
CASTIGLION FIORENTINO — Roberto Benigni è croce e delizia per i castiglionesi, che si dividono tra chi riconosce il suo grande talento artistico e chi lo accusa di non essere legato al paese natio.
In questa diatriba che dura da anni, si è inserito ieri un fatto di cronaca, cioè l'imbrattamento della statua a lui dedicata, che si trova a Manciano, frazione in cui ha abitato Benigni fino ai 6 anni. L'opera è stata infatti sporcata con la vernice.
Immediate le reazioni tra chi condanna il gesto e chi, come anche Sgarbi, chiede che la statua non sia solo imbrattata ma anche abbattuta.
Nella querelle che si è consumata per tutta la giornata a colpi di post nei Social, mette ordine l'intervento dello scultore Andrea Roggi, che ha realizzato la statua tanti anni fa.
Nella sua pagina ufficiale ha scritto: "A differenza di ciò che molti dicono, Roberto Benigni non ha mai ignorato o disconosciuto l’opera, contrariamente ha approvato il bozzetto personalmente prima della effettiva fusione, così come, non potendo partecipare per ragioni lavorative all’inaugurazione - alla quale erano comunque presenti i suoi genitori - ha invitato in un secondo momento, presso la sua casa di Roma, l’artista Andrea Roggi ed altri compaesani, per poterlo comunque ringraziare pubblicamente".
Roggi rimarca che "Roberto Benigni non ha mai nascosto o disprezzato le sue origini castiglionesi - e lo testimoniano palesemente numerose interviste, tra cui una recente condotta da Fabio Fazio, parimenti alla prima scena de “La Vita è Bella”, svoltasi giustapposto a Castiglion Fiorentino - ma ha semplicemente sostenuto di ricordarsi poco della sua vita in Valdichiana, dal momento che già a sei anni viveva presso Prato".
La statua venne donata da Andrea Roggi al Comune di Castiglion Fiorentino, purchè venissero rimossi i rifiuti che deturpavano l’area "In altre parole - dice lo scultore - l’amministrazione del tempo non ha sostenuto alcun tipo di spesa per la realizzazione o per l’acquisto dell’opera, ma al contrario essa è divenuta simbolo di un ripristino ambientale del paese utile sia a livello ecologico e salutare, sia a livello estetico".
Ecco l'intero post di Roggi, che forse metterà d'accordo anche chi da tempo attacca Benigni per ragioni poco chiare e soprattutto poco motivate, visti i risultati mondiali che ha raggiunto, partendo da una semplice e umile famiglia di contadini castiglionesi.
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