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Attualità lunedì 04 gennaio 2021 ore 10:02

Oltre il Covid, i 100 anni di nonno "Ricciolo"

La storia di Angiolo Andreini tra il Lager e il talento da calciatore, la perdita del padre e della moglie. Senza mai rinunciare alla voglia di vivere



FRASSINETO — Il 6 gennaio Angiolo Andreini detto “Ricciolo” compie 100 anni. Una bella storia da raccontare, soprattutto in questo momento in cui tutto è segnato dalla pandemia e stiamo affrontando tempi difficili. Ma sono proprio queste vicende ad infondere fiducia, dimostrando che la vita va avanti, nonostante tutto.

Aretino di Frassineto, sesto di 8 fratelli e figlio di un’imprenditore edile, portiere del Frassineto nell'immediato dopoguerra e medaglia d’onore dal 2010, di cui era stato insignito dall'allora Prefetto, in qualità di cittadino italiano deportato e internato nei Lager nazisti nel periodo 1943-1945. 
Angiolo, all'epoca militare all'isola d'Elba, venne fatto prigioniero con altri soldati, portato da Portoferraio a Piombino, poi in treno in Austria, di seguito nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove solidarizzò con prigionieri russi e italiani, infine impiegato alla Mauser, una fabbrica vicino a Stoccarda. Qui, nel 1945, venne liberato dai francesi, scappò dalle truppe transalpine, lo ricatturarono gli americani sul Danubio ma fuggendo nuovamente e nascondendosi in vari mezzi di trasporto, il giorno di Ferragosto del 1945 fece ritorno a casa. Era partito che pesava 71 chili, mentre al suo ritorno ne pesava 45 e suo padre fece fatica a riconoscerlo.

Come accennato, giocò anche a calcio, la sua grande passione, come portiere nella squadra del Frassineto dove si mise in luce quale il miglior giocatore della Valdichiana. I giocatori non avevano né scarpette da calcio. né guanti. Fu il Conte di Frassineto che, oltre a costruire il campo sportivo, regalò a tutti scarpette e guanti. Davvero un altro mondo.

La morte del padre nel 1948, in un incidente di lavoro a cui Angiolo scampò miracolosamente, nel palazzo in fondo a Corso Italia dov'era "La Ricciola", lo costrinse ad appendere le scarpette al chiodo e ad assumere prematuramente l'eredità di famiglia in ambito lavorativo. 

Sposato con Marina, scomparsa prematuramente nel 1999, gli è rimasto un cruccio: per il suo centesimo compleanno aveva pensato a un evento con tutto Frassineto, ma il Covid lo ha costretto a rinunciare… per ora, perché la sua tempra immutata lo porta a dire che si tratta solo di un rinvio. Come antipasto di questa futura festa in grande stile, dopodomani spegnerà 100 meritatissime candeline con i tre figli Alberto, Ornella e Miranda, oltre che con nuore e cognati e i quattro nipoti Veronica, Martina, Marco e Rebecca. Tutti loro si stringeranno a lui con affetto in questo giorno così importante.


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