Attualità giovedì 07 luglio 2016 ore 18:48
Le 'Leopoldine', un po’ di storia
'Leopoldina' viene intesa una tipologia di casa colonica con precise caratteristiche architettoniche e sorgono prevalentemente in Valdichiana
VALDICHIANA — Con il protocollo firmato tra dieci Comuni della Valdichiana e Regione Toscana, le istituzioni si sono impegnate a contrastare i fenomeni di abbandono e degrado di questi immobili storici e a considerare le 'Leopoldine' come parte di un 'sistema' da tutelare e valorizzare, anche tramite la realizzazione di percorsi ciclopedonali.
La 'Leopoldina' è una tipologia di casa colonica con precise caratteristiche architettoniche: edificio a blocco isolato, tetto a padiglione, portico, loggia e colombaia, con rustico al piano terreno a abitazione al primo. Queste abitazioni sorgono prevalentemente in pianura e furono costruite nel corso del processo di bonifica e sfruttamento agricolo della Valdichiana, nel periodo che va dalla prima metà del '700 fino alla metà dell'800.
Nei circa 7.000 terreni toscani bonificati, acquisiti prima della famiglia fiorentina dè Medici poi dal 1737 al 1859 passati alla “corona” dei Lorena, furono realizzate circa dodici Fattorie Granducali (Dolciano, Acquaviva, Abbadia, Bettolle, Foiano, Pozzo, Fontarronco, Bastardo, Frassineto, Montecchio, Creti, Chianacce) e 260 “Leopoldine” che sorsero in mezzo ai poderi bonificati per opera del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I di Lorena.
La bonifica della Valdichiana era iniziata già dalla metà del '600 e fu portata avanti attraverso la costruzione sui due lati del Canale Maestro della Chiana di 13 Fattorie comprendenti ciascuna una Villa Fattoria principale e diverse case coloniche, in tutto ne sono state censite 322, con il relativo podere.
Una ricerca fatta all'inizio degli anni 2000 ha evidenziato che questi manufatti negli anni hanno subito pesanti trasformazioni e che circa la metà di essi risulta abbandonata, in via di crollo o di difficile accessibilità.
Recuperare e valorizzare le 'Leopoldine' e le loro strutture di pertinenza significherebbe anche recuperare molti altri manufatti di valore storico-architettonico legati alla regimazione idraulica dell'area della Chiana: ponti, canali, approdi, argini rialzati, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli, chiuse; in particolare i resti del settecentesco Argine di separazione fra i bacini di Tevere e Arno nei pressi di Chiusi Scalo, il Callone di Valiano, la botte allo Strozzo, la Fattoria con la Colmata di Brolio, L'Allacciante dei Rii castiglionesi, la Chiusa dei Monaci, i numerosi ponti di ferro ottocenteschi tipo zorès i caselli idraulici, i manufatti di immissione.
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