Attualità sabato 22 maggio 2021 ore 08:00
Suicidi nelle forze dell'ordine, un libro fa luce
Lo ha scritto Sara Lucaroni. Da Sinalunga è iniziato il suo viaggio nel giornalismo tra parole e storie. Fino a questo volume "scomodo". Ma necessario
SINALUNGA — Uno scricciolo con le ali di un'aquila. Ha preso il volo da Sinalunga e adesso si divide tra Arezzo e Roma. La sua famiglia abita nella Valdichiana Senese, dove lei torna tutte le settimane
Sara Lucaroni è una giornalista affermata. Partita da collaborazioni in provincia, poi ha spiccato un salto con grande determinazione, arrivando a collaborare con testate importanti e a viaggiare molto, anche in Medio Oriente, per raccontare storie e persone. Al momento scrive per L'Avvenire e per l'Espresso.
Da sempre impegnata sul fronte dei diritti, da una sua inchiesta del 2019 dedicata alla vicenda di Bruno Fortunato (amico e collega di Emanuele Petri), il poliziotto morto suicida nell'aprile 2010, è iniziato il lavoro che l'ha portata a pubblicare recentemente un libro di spessore, sicuramente "scomodo".
Si tratta de "Il buio sotto la divisa. Morti misteriose tra i servitori dello Stato" (Round Robin Editrice). Il buio del dolore, il buio dell'omertà, della paura. I suicidi tra le forze dell'ordine. Non ne parla nessuno, eppure è un fenomeno reale. In Italia solo anno scorso si sono avuti 51 suicidi. Quest'anno, da gennaio, sono stati 19.
"Il conteggio non è semplice - conferma Sara - Alcuni enti considerano solo i suicidi avvenuti in caserma, per esempio. Altri, invece, anche quelli avvenuti fuori dal luogo di lavoro. Ma il fatto rimane: perchè un carabiniere o un poliziotto decidono di suicidarsi? Si fa qualcosa per sostenerli nei momenti di difficoltà?".
Nell'immagnario collettivo, tra le forze dell'ordine non sono ammesse fragilità. Invece sono persone in carne ed ossa. A volte anche loro hanno bisogno di aiuto. A volte credono di non poterne avere e si tolgono la vita.
"Il libro è incentrato su sei storie di suicidi (o presunti tali) in Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia Penitenziaria e Polizia Municipale, raccontate "da dentro", ovvero esclusivamente da figli, madri, amici - spiega Sara Lucaroni - Un po' racconto e un po' inchiesta per far luce sul fenomeno, mostrando i problemi e le scelte che vive, in casi eccezionali ma anche tutti giorni, chi indossa una divisa nel nostro paese".
Niente di facile e nemmeno di piacevole. Ma l'urgenza di affrontare questo argomento delicato ha preso sempre più corpo in Sara. Parlare con i familiari di coloro che, vestendo una divisa hanno scelto di andarsene da questo mondo, l'ha convinta che ce ne fosse davvero bisogno. Per squarciare un velo.
"Da quando il libro è uscito, in tanti mi stanno scrivendo. Sono poliziotti, carabinieri, familiari di uomini in divisa, che mi confermano un 'sommerso' preoccupante. Lo Stato non può fare finta di niente: anche gli uomini e le donne delle forze dell'ordine possono avere bisogno di un aiuto. Non c'è niente di cui vergognarsi, eppure sembra che la nostra società non lo ammetta". E così anche negli ambienti di lavoro (nelle caserme, negli uffici) essere seguiti da uno psicologo appare un fallimento. Inaccettabile che chi vigila sulla sicurezza altrui e sull'ordine pubblico possa soffrire e chiedere aiuto.
"Mobbing, gerarchie pressanti, solitudine e a volte il mancato riconoscimento del proprio lavoro: sono queste le dinamiche che spesso stanno dietro a certe decisioni irreversibili - spiega ancora Sara Lucaroni - Così è nata la mia decisione di raccontare delle storie, perchè solo con quelle si arriva al cuore della gente. I numeri rimangono tali, sono fredde statistiche. Le storie invece permettono di immedesimarsi e creano empatia. Cosa c'è dietro a quelle vite che si interrompono così bruscamente e dolorosamente? Ne ho parlato con i familiari di Bruno Fortunato, di Fedele Conti, di Daniele Da Col, di Santino Tuzi, di Marco Massinelli e di Vitantonio Morani".
Lo ha fatto per mesi, ore e ore trascorse al telefono con mogli, madri o padri di chi non c'è più. La pandemia non ha consentito contatti più diretti ma per Sara è stato sufficiente a raccontare queste vite interrotte. Con grande rispetto. "Scrivere il libro è stato pesante, lo ammetto - dice la giornalista - Quel dolore che ti arriva dalla cornetta del telefono, seppur dignitoso e composto, è devastante".
Dopo le 6 storie, il libro si conclude con un capitolo finale in cui alcuni esperti spiegano cosa succede, o può succedere, a queste persone. Nelle loro teste che si arrendono. E cosa potrebbe essere fatto per evitare queste tragedie.
Sara Lucaroni presenterà il libro nei prossimi mesi in alcuni dei festival più importanti in Italia, da Otranto a Castagneto Carducci fino a Polignano. Sarà anche al Passioni Festival di Arezzo. "Il buio sotto la divisa" è destinato a far discutere. Per fortuna.
Fermo restando che, divisa o no, il suicidio rimane uno dei grandi interrogativi dell'umanità, che non può trovare una spiegazione razionale. Terribile da immaginare, impossibile da accettare.
Simona Buracci
© Riproduzione riservata
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