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Prima de La Scala, bombe carta e fumogeni contro il blocco della zona rossa
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Attualità venerdì 17 giugno 2016 ore 15:01

Squilli di tromba e divise per Tassi e Magi

Colonnelli e un generale in rappresentanza della Legione Straniera e dei Carabinieri per la commemorazione di Tassi e Magi e della liberazione



RADICOFANI —

Cerimonia toccante per commemorare il settantaduesimo anniversario della morte del Carabiniere Vittorio Tassi, caduto il 17 giugno del 1944 per mano delle truppe d’occupazione tedesche, unitamente a Renato Magi, giovane componente di quella banda partigiana che era stata organizzata dall’eroe dell’Arma. Allo stesso tempo si è celebrata la liberazione di Radicofani, avvenuta l’indomani, grazie a un abile colpo di mano dei militari della Legione Straniera. Per questo motivo la ricorrenza ha unito forze militari italiane e francesi, oltre ai rappresentanti dell’Anpi e dei Comuni.

Intorno al ricordo di quei tragici fatti e ai familiari dei due partigiani c’erano il prefetto di Siena Renato Saccone, il sindaco di Radicofani Francesco Fabbrizzi e i suoi colleghi Paolo Morelli di San Casciano dei Bagni e Paolo Tondi di Abbadia San Salvatore. Ma c’erano anche il comandante provinciale dei Carabinieri Giorgio Manca e, a rappresentare l’esercito francese, il generale Gerome Lockhart e il colonnello Fredreric Bonini.

Corone sono state poste al cippo che ricorda le gesta dei legionari e sulle tombe dei martiri. Per l’altissimo senso del dovere e supremo sacrificio, al Carabiniere Tassi venne concessa la medaglia d’oro al valor militare, mentre al giovane Magi la Medaglia di bronzo. Particolarmente sentite e profonde le riflessioni del prefetto Saccone e del sindaco Fabbrizzi, in una giornata dal significato attuale, in un momento storico nel quale si riaffacciano nazionalismi, egoismi, violenza legata a religioni o credi politici. I valori della solidarietà, della pace, della democrazia sono stati riaffermati con forza, in una giornata dal grande valore simbolico: la memoria come antidoto alla barbarie

Più che una commemorazione, si è trattata di un momento di riflessione e di preghiera, con la visita al luogo dell’uccisione dei due giovani partigiani.


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