Attualità lunedì 19 ottobre 2020 ore 17:25
“Niente zona rossa ma a mezzanotte tutti a casa”
Pronta l’ordinanza del sindaco Agnelli, critico sul Dpcm. "Tanto tuonò che non piovve". Nel decreto Conte c’è la “sua” regola dei posti a sedere
CASTIGLION FIORENTINO — Usa un adagio popolare, rivisto e corretto, per commentare il nuovo decreto anti-Covid di Palazzo Chigi: “Tanto tuonò che non piovve”.
Il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli non usa giri di parole: “Si immaginavano provvedimenti drastici, invece sono venuti fuori compromessi che, di fatto, non stanno modificando granchè; con l’unica variabile che le Regioni e i Comuni potranno aggiungere loro azioni”. In altre parole, ulteriori provvedimenti o disposizioni calibrate sui singoli territori in base al quadro di riferimento e alla situazione contingente. Agnelli sottolinea un altro aspetto, in linea coi maldipancia della “categoria”: “La stessa reazione del presidente dell’Anci De Caro, sindaco di Bari, la dice lunga sul gradimento di questo Dpcm”.
Capitolo “zone rosse”. Se il decreto del governo assegna ai sindaci la possibilità di chiudere vie e piazze dopo le 21 (la cosiddetta norma anti-Movida), Agnelli ragiona così: “Se i locali pubblici chiudono a mezzanotte che bisogno c’è di stare in giro, specie in un momento come questo?”.
Di qui l’annuncio di una ordinanza alla quale sta lavorando insieme agli uffici di Palazzo San Michele ed entrerà in vigore nei prossimi giorni, in base alla quale "a mezzanotte le persone devono rientrare nelle proprie case", evitando così piccoli o grandi assembramenti.
Dunque niente “zona rossa” tantomeno “provvedimenti drastici perché le attività commerciali e produttive non possono subire ulteriori strette. La movida si è già attenuata con l’arrivo dell’autunno”, dice Agnelli e nella cittadina della Valdichiana, meta privilegiata insieme ad Arezzo dei giovani della notte, non ci sono più i numeri dell’estate. Il sindaco fa notare che “qui i contagi non si sono propagati in locali aperti al pubblico, bensì nei luoghi di lavoro, dai rientri dopo viaggi, dalla mobilità oltrechè le strutture sanitarie”.
Agnelli osserva compiaciuto che nel Dpcm del governo c’è la “sua” regola dei posti a sedere: i locali pubblici dovranno segnalare la capienza complessiva. “Non credo che Conte o Speranza seguano la mia pagina Facebook ma mi fa piacere ritrovare nel provvedimento il mio suggerimento che considero un metodo chiari per clienti, esercenti e autorità preposte ai controlli”.
C’è un’unica cosa che del Dpcm condivide: “Il fatto che ogni territorio ha proprie caratteristiche e non si possono uniformare città metropolitane con comuni di qualche migliaio di abitanti. Per quanto mi riguarda, sarei soddisfatto se, da sindaco, potessi avere tutti gli strumenti per esercitare appieno il mio ruolo di autorità sanitaria del territorio, a meno che Governo, Ministero della Salute e Regioni non decidano di esautorare da questo computo i sindaci, come in parte sta già avvenendo”.
Il riferimento corre veloce alla querelle sollevata proprio da Agnelli sulla tempistica delle informazioni sui positivi da parte della Asl ai primi cittadini: ieri il caso del bimbo di 4 anni positivo (che hai poi portato alla decisione della dirigente scolastica d'intesa col sindaco di chiudere la scuola materna di Brolio fino al 24 ottobre) , è stata la dimostrazione pratica di ciò che Agnelli va lamentando da settimane – e numerosi sindaci ne condividono i disagi – non per “polemica fine a se stessa, ma perché se un sindaco è come finora è, la prima autorità sanitaria della comunità, deve poter essere messo nella condizioni di prendere decisioni o emanare disposizioni per la tutela dei cittadini. Mi riferisco a cose pratiche come il servizio di trasporto scolastico o la stessa filiera dei rifiuti speciali che va attivata per ogni persona positiva al Covid. Essere aggiornato con un giorno di ritardo, ad un sindaco crea enormi disagi”.
Di qui le informazioni che Agnelli raccoglie attraverso i propri canali integrandole con i numeri della Asl: oggi ad esempio i positivi salgono a tre e portano il numero complessivo a 61. Ventisette le persone dichiarate guarite.
Lucia Bigozzi
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