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Attualità venerdì 18 settembre 2015 ore 14:59
“Dire e fare”, le riforme partono dal confronto
Stefano Scaramelli a “Dire e fare” di Anci Toscana: “Le riforme non si declinano con sì e con un no ma con il confronto e il dibattito”
AREZZO — “Con la giornata di oggi si può considerare aperta la discussione sul processo di riordino del servizio sanitario regionale. Davanti abbiamo almeno 100 giorni di confronto con i sindaci della Toscana, così come con gli operatori sanitari e il mondo del volontariato, che saranno i nuovi attori protagonisti della sanità toscana del futuro” - ha dichiarato Stefano Scaramelli (Pd), presidente della commissione Sanità e politiche sociali in consiglio regionale, al Convegno di Anci Toscana “Dire e fare”
“Sulla sanità – prosegue Scaramelli – la discussione non può muoversi esclusivamente sul piano dei sì e dei no, ma sul confronto tra la Regione Toscana e territorio, dove i sindaci sono i primi interpreti dei bisogni e dei diritti dei cittadini, per dare inizio ad una nuova fase di riforme improntate al confronto e alla condivisione. La discussione sul riordino del sistema sanitario regionale e sul sostegno al processo di evoluzione delle reti di protezione sociale deve ruotare attorno alla partecipazione dei sindaci come attori protagonisti e portavoce dei territori e dei bisogni dei cittadini. Ci troviamo di fronte agli elementi di positività, legati ai concetti di riorganizzazione e valorizzazione, della Legge 28 ma anche ai limiti che la norma porta con sé a causa della velocità con cui è stata elaborata. Ringrazio oggi Anci Toscana per aver aperto la discussione grazie a tavoli tematici specifici: la rete ospedaliera, la rete territoriale, la nuova programmazione e i sistemi informativi, l’integrazione sociosanitaria, l’innovazione delle reti sociali.
Chiedo ad Anci Toscana di collaborare alla produzione di idee e all’elaborazione di sintesi condivise, già a partire dai tavoli tematici che oggi hanno preso avvio, per progettare nuovi incontri nei quali discutere e approfondire i temi cardine di quel “Modello Toscana” su sanità e welfare che può essere un faro e un punto di riferimento anche per altre realtà. Il nostro modello sanitario è un’eccellenza ma se vuole restare tale è arrivato il momento di cambiare al fine di consegnare ai nostri figli una realtà, e un sistema, migliore di quello che abbiamo ereditato dai nostri padri.
Dobbiamo lavorare alla creazione di un sistema sanitario - conclude Scaramelli - che porti in Toscana l’eccellenza delle professionalità, dei servizi e delle attrezzature nei maggiori centri di riferimento e, al contempo, che sia in grado di garantire la prossimità dei servizi e delle prime cure ai cittadini ancora più vicine ai singoli territori”.
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