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Cultura venerdì 08 gennaio 2016 ore 14:12

Il museo di Farneta riapre ai turisti

Gli Amici del Museo di Don Sante Felici apriranno il museo ogni prima domenica del mese, prima poteva essere visitata solo su appuntamento



CORTONA — In collaborazione con l’Amministrazione Comunale, l'area museale del nuovo “Centro di Interpretazione delle Raccolte di Don Sante Felici” resterà aperto ogni prima domenica del mese dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, fino ad oggi l'area museale poteva essere visitata tramite richiesta e appuntamento.

La struttura è stata inaugurata nel mese di Luglio del 2006 e occupa il secondo piano dell'edificio che ospitava la scuola elementare di Fameta e si trova a pochi metri di distanza dalla suggestiva Abbazia di Farneta dedicata a S. Maria Assunta. Il museo ospita attualmente solo una parte della vastissima collezione di reperti paleontologici raccolti nel corso di tanti anni di studio e di ricerca da Don Sante Felici, ex parroco di Fameta, che aveva provveduto a conservare i materiali che a poco a poco rinveniva in quello che lui stesso aveva denominato il "Museo Fatto in Casa", annesso all'abbazia.

La vecchia costruzione è stata completamente ristrutturata dal Comune di Cortona, in modo da rendere fruibili i locali destinati all'allestimento museale. I materiali esposti provengono interamente dalla collezione costituita da Don Sante, che a partire dagli anni '60, recuperò, nelle campagne del territorio cortonese, numerosi reperti fossili appartenenti al Pleistocene Inferiore e risalenti dunque a circa un milione di anni fa.

Nel nuovo museo, il cui allestimento è stato rinnovato nel luglio 2010 in occasione delle "Notti dell'Archeologia", sono esposti resti fossili di vertebrati terrestri e molluschi di acqua dolce.

Si possono ammirare fossili di Mammuthus meridionalis vestinus, un elefante di grandi dimensioni, in genere superiore ai 3,5 metri al garrese, resti di ippopotamo, rinoceronte, cervo, iena e di equidi. Si tratta di grandi mammiferi che popolavano la Valdichiana nel Quaternario, quando essa era caratterizzata da un clima caldo arido e un ambiente tipo savana mista a boscaglia.

L'esposizione è arricchita anche da numerosi pannelli che illustrano i reperti esposti.


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