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Attualità lunedì 23 maggio 2022 ore 09:50

Il cardinale Ernest Simoni pellegrino a Cortona

Perseguitato per 28 anni tra prigione e lavori forzati nell’Albania del regime ateo per la prima volta si è recato a pregare Santa Margerita



CORTONA — Sabato 21 maggio nei giorni della solenne festa primaverile di Santa Margherita, il cardinale Ernest Simoni fortemente legato alla “famiglia francescana” come ama spesso ripetere, poiché da bambino all’età 10 anni abbracciò la regola del “Poverello di Assisi”, prendendo il nome di “Fra Enrico” entrando nel convento del “Serafico San Francesco” di Scutari. 

Non riuscì a concludere gli studi nel convento, poiché il Regime Comunista Ateo d’Albania, ordinò la soppressione degli ordini religiosi fucilando i suoi superiori e formatori accusati ingiustamente di voler organizzare una sommossa contro il governo.

Il Cardinale è conosciuto in tutto il mondo, quale testimone di pace e perdono, per i suoi 28 anni di ingiusta prigionia e lavori forzati nei campi di concentramento, nelle miniere e nelle fogne di Scutari inflitti dal dittatore Enver Hoxha che proclamò il “Paese delle aquile” il primo stato ateo al mondo, il cui motto del dittatore era: “se non estirpiamo il clero cattolico non avremo mai la vittoria”.

Padre Ernest giungendo al Santuario è stato accolto sul sagrato dal Rettore del Santuario Padre Giancarlo Rosati (ofm) e dai confratelli francescani a poi assistito tenendo l’omelia alla solenne Santa Messa vespertina presieduta da Mons. Benvenuto Italo Castellani Arcivescovo emerito di Lucca.

Prima della celebrazione eucaristica, per le vie di Cortona ha avuto luogo il “corteo storico dei quartieri”, che solennemente ha portato al Santuario una delle chiavi dell’urna della Santa custodita nel Palazzo Comunale.

Per la speciale occasione erano presenti le massime autorità civili e militari tra cui il sindaco luciano Meoni, il comandante compagnia carabinieri Capitano Antonio De Santis ed il comandante della polizia municipale Gianni Landi, i quali hanno assistito all’apertura dell’urna che custodisce il corpo incorrotto di Santa Margherita, ai cui piedi il porporato si è soffermato a lungo in preghiera visibilmente commosso.


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