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Attualità venerdì 10 aprile 2020 ore 16:42

L'Arcivescovo a Colle benedice con il Sacro Chiodo

Monsignor Paolo Lojudice, è arrivato da Siena per benedire la Valdelsa Ppoche persone nel rispetto delle prescrizioni anti Covid-19



COLLE VAL D'ELSA — Una celebrazione del venerdì santo nella Concattedrale di Colle val d'Elsa decisamente particolare, per le limitazioni imposte per evitare il diffondersi della pandemia ma importante da un punto vista storico e religioso. Infatti nel Duomo di Colle si conserva, da secoli, una reliquia del tutto speciale: trattasi del Sacro Chiodo, proveniente dalla Terra Santa e tra i pochi ritenuti "autentici" dagli studiosi. 

Una reliquia veramente preziosa che non poteva non essere utilizzata proprio oggi, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la crocifissione di Nostro Signore, ovvero il venerdì santo. Alle ore 14.30 è iniziata la liturgia della parola presieduta dall'Arcivescovo, Mons. Paolo Lojudice, accompagnato dal parroco don Paolo Acampa e da pochi ministranti. Presente alla cerimonia anche il sindaco di Colle, Alessandro Donati

Dopo la cerimonia in Duomo, una mini-processione con l'Arcivescovo, accompagnato da pochi ministranti e da alcuni centuriati della Confraternita del Santo Chiodo, associazione fondata dal Mons. Buonaccorsi nel 1645, diretta per le strade della città alta fino al Baluardo, antico bastione sulle Mura che sovrasta la città. Da qui la benedizione con il Sacro Chiodo a Colle, alla Valdelsa, e al territorio circostante, affinchè venga presto debellato il terribile virus, e affinchè la Provvidenza intervenga propizia ai cittadini tutti, credenti e non. Recitata anche la preghiera voluta dalla Cei proprio per i tempi del Coronavirus.

In Italia i più famosi Sacri Chiodi sono quattro, anche se in giro ve ne sono assai di più, visto che nei secoli sono stati oggetto più volte di fusione, sempre considerando solo quelli autentici.Quelli più popolari sono quelli di Milano, Roma, Monza e Colle. Storicamente furono ritrovati in Terra Santa da Sant'Elena, madre dell'Imperatore Costantino. A Colle la tradizione lo vuole giunto nel IX secolo, quando un Vescovo francese, di ritorno verso casa da Roma sulla via Francigena, ebbe un malore e morì, lasciando la preziosa reliquia, ricevuta prima dal Papa a Roma e destinata alla Francia ad un compagno sacerdote colligiano. Il quale la portò a Colle da dove più non si mosse per secoli fino ai giorni nostri.


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