Interviste martedì 01 marzo 2016 ore 14:44
Impatto Zero, storia di una giovane band
Gli Impatto Zero nascono nel 2009, hanno girato tutta la Regione aprendo numerosi concerti di grandi artisti e in questi giorni esce il loro primo Ep
TREQUANDA — Gli Impatto Zero alias Martin Cantero, Iacopo Panfi, Domenico Perugini e Thomas Tarquini, hanno un'età compresa tra i 23 e i 26 anni e nel corso della loro vita artistica hanno suonato in tutta la Regione e oltre, lasciando sempre un segno su chi è stato presente ai loro spettacoli.
Ho incontrato gli Impatto Zero a pochi giorni dall’uscita del loro primo EP “Mi Odio” per conoscere meglio loro e il percorso lungo e complesso, sia dal punto di vista tecnico che creativo, che li ha portati alla creazione dell’Ep. Un lavoro pieno di emozioni, entusiasmo e difficoltà ma che solo una band locale può fare con la voglia di compiere quel salto di qualità che tutti sognano. Una storia esemplare in cui le giovani band possono identificarsi, una storia di persone reali con i loro sogni e le loro aspirazioni.
Ciao ragazzi, allora siete emozionati per l’imminente uscita dell’EP?
“Dire emozionati è riduttivo, siamo carichissimi perché è il nostro primissimo disco anche se in passato abbiamo già fatto qualche incisione. Qualche anno fa, infatti, avevamo intenzione di registrare un disco ma eravamo giovani ed inesperti e il risultato fu un gran bel disco, con pezzi anche stravolti da come erano originariamente, ma che non ci rispecchiavano. Con il senno di poi capimmo che quelli non erano gli Impatto Zero, per questo abbiamo scelto di non fare uscire il disco in nessuna maniera. Ma non colpevolizziamo assolutamente chi ci ha seguito in quel lavoro, eravamo solo noi troppo giovani ed ancora inesperti”.
Facciamo un passo indietro, gli Impatto Zero nascono nel 2009, alcuni di loro non erano neanche maggiorenni. Nell'ultimo anno hanno raggiunto la maturità artistica e aperto numerosi concerti di grandi nomi del panorama indipendente italiano e si sono fatti notare dell'etichetta indipendente Woodworm Label, vincitrice dell'oscar come miglior etichetta indipendente italiana al PIMI 2014. Da qui la voglia di registrare il loro primo EP che uscirà il 5 marzo e prodotto da Andrea Marmorini della Woodworm e Jacopo Gigliotti bassista della nota band Fast Animals & Slow Kids. Mi raccontate più nel dettaglio come sono nati gli Impatto Zero?
“Dunque nell’estate del 2008 – mi spiega Domenico – io, Thomas e Iacopo, insieme ad un altro ragazzo del posto, ci siamo ritrovati qualche volta per suonare. Io, Thomas e Iacopo siamo come 'fratelli', siamo cresciuti nella piccola realtà di Trequanda. Poi nel 2009 abbiamo scoperto che l’unica cosa che volevamo fare era suonare seriamente, impegnandoci tutti in prima persona. E’ qui che entra in scena il quarto ‘fratello’ Martin. Martin ha una madre che canta e un passato da voce radiofonica, quindi, per qualche assurdo sillogismo abbiamo pensato: “cavolo, ma se la mamma di Martin ha una voce così, anche lui sarà bravo a cantare no?” e così Martin si è immerso da subito nella nostra dimensione”.
E il nome Impatto Zero da cosa deriva?
“All’inizio gli Impatto Zero si chiamavano The Starvers, nome ideato da un tipo che aveva suonato con noi nell’estate 2008, un giochetto di parole con il verbo “to starve” che in inglese vuol dire tipo “affamati”, quindi il nostro nome era una sorta di “I morti di fame”. Impatto Zero è venuto fuori da un poster che Martin aveva affisso ad un muro della sua casa universitaria a Firenze. Era un poster di Topolino, che recitava “Topolino a Impatto Zero”, ci presentò l’idea, ci parve il nome giusto e accettammo”.
E la band nata da un poster di Topolino come la spiegherebbe la propria musica?
“Ci definiamo alternative rock, ma comunque sarebbe molto riduttivo, dentro di noi c'è una vasta mescolanza di generi, hardcore, noise e persino qualche puntina di metal. Queste ultime tre definizioni si riferiscono alla parte strumentale, quello che ci trasforma in una band alternative rock è la voce del nostro Martin, né troppo pulita, né eccessivamente sporca, il giusto mix. Fra le nostre influenze ci sono sia mostri sacri della musica mondiale, come possono essere i Nirvana o i Fugazi, sia band della scena indie italiana attuale come Marlene Kuntz, Teatro Degli Orrori, Fast Animals And Slow Kids, Gazebo Penguins e tanti altri, sarebbero veramente troppi”.
I vostri brani come nascono?
“Il processo creativo nasce molto spesso da riff di chitarra o basso, sui quali si basa l'ossatura di una canzone. Queste, vengono poi portate in sala prove dal singolo membro e insieme vengono sviluppate insieme a tutti gli altri. Tutti noi quindi partecipiamo attivamente alla creazione di un brano, appena comunque la struttura della canzone è ben definita la registriamo amatorialmente in modo che Martin possa lavorare in maniera indipendente sul testo. Tutti i testi degli Impatto Zero portano la firma di Martin, poi ovviamente ci si consulta e se ne discute, ma in linea di massima il lavoro sui testi e sulle linee melodiche della voce è lavoro suo”.
Torniamo al vostro EP dal titolo “Mi Odio” che uscirà il 5 marzo, da quanti brani è composto?
“L'EP contiene 6 brani, dalla durata media di 3 minuti ciascuno in pieno stile punk, molto diretti ed immediati. Questo è il nostro mood, spesso nell'ambiente musicale si fanno pezzi di 4-5 minuti che però, già dopo 2 minuti, non hanno più niente da dire. Per questo preferiamo che ogni pezzo segua la sua naturale evoluzione, inutile allungare se le idee sono finite. Abbiamo sempre preferito la qualità alla quantità”.
Come avete lavorato ai brani del disco?
“Domanda molto interessante – ride e mi spiega Domenico - Dopo aver deciso tutte le metriche, la struttura e le parti che ciascuno di noi doveva eseguire, siamo passati ad una sorta di prove volte esclusivamente e ricreare il clima e le modalità di lavoro. Ovviamente, prima c'è stato tutto quel processo creativo, poi un paio di prove a settimana, e io e Thomas, in virtù del fatto che basso e batteria li registravamo contemporaneamente, ci siamo trovati prima di iniziare a registrare. Per quanto riguarda invece il lavoro in studio, siamo partiti con il registrare basso e batteria in contemporanea, due sale diverse con comunicazione tramite cuffia, ognuno sente lo strumento dell'altro, più il click, il metronomo in prastica. Successivamente abbiamo fatto un reamp delle tracce di basso, in maniera da poter lavorare sul suono, poi siamo passati alle chitarre, registrate seguendo le precedenti tracce di basso e batteria e reampate a sua volta come per il basso, poi è stata la volta di Martin con la sua voce e successivamente cori e qualche percussione. In studio è naturale che ci siano ulteriori variazioni, anche in virtù del fatto che ci siamo confrontati anche con i nostri produttori, Andrea Marmorini e Jacopo Gigliotti, due persone veramente alla mano e il cuore pulsante dell’Anubi Produzioni. Loro hanno anche una visione della musica molto simile alla nostra, per questo hanno saputo, capirci ed interpretarci con un'idea perfettamente uguale alla nostra”.
Ecco, loro sono Martin Cantero voce e seconda chitarra, Iacopo Panfi chitarra e cori, Domenico Perugini basso elettrico e cori e Thomas Tarquini batteria e cori, che prima di essere gli Impatto Zero sono ragazzi che hanno creduto nei loro sogni nati per gioco in un piccolo paese di provincia ma che grazie a volontà, impegno e passione stanno varcando i confini regionali e a far parlare di loro il mondo della musica rock. Gli Impatto Zero sanno benissimo che non è semplice sopravvivere con la musica ma la voglia di crescere e fare della loro passione un lavoro è grande ed il percorso che hanno intrapreso è giusto.
“Per il nostro futuro – mi spiega Domenico – vorremmo poter suonare in giro, magari aprire concerto dei gruppi che ti ho citato in precedenza, in modo che gli Impatto Zero possano uscire e farsi conoscere ancora di più. Da cosa nasce cosa, vivere di sola musica non è facile, ma noi ci vorremmo provare, e faremo di tutto per riuscirci, senza snaturarci ovviamente. Quindi vi posso dire solo una cosa, venite ai nostri concerti”.
Mesi di duro lavoro che si concretizzeranno sabato 5 marzo al Timory Pub di Bettolle, quando finalmente gli Impatto Zero presenteranno il loro primo EP “Mi Odio”: “Adesso dobbiamo fare quello che secondo noi ci riesce meglio, ovvero suonare” - mi sorride e mi saluta Domenico Perugini
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