Cultura sabato 18 novembre 2023 ore 18:55
Dopo i bronzi, Apollo in marmo affiora dalle vasche termali
Nuova sensazionale scoperta nel sito da cui erano emerse le statue etrusche: ecco una scultura monumentale e un donario con iscrizione bilingue
SAN CASCIANO DEI BAGNI — Apollo giovinetto intento nella caccia di una lucertola, una statua monumentale in marmo copia dal greco Prassitele: è la nuova sensazionale scoperta restituita dai fanghi termali di San Casciano dei Bagni, da quelle stesse vasche da cui giusto un anno fa emersero 24 bronzi etrusco-romani in uno dei ritrovamenti più imponenti dell'intero bacino del Mediterraneo.
La statua di Apollo è emersa nel corso della prosecuzione della campagna di scavo all'interno del tempio: sul bordo della vasca sacra sono emerse le parti spezzate di una meravigliosa statua in marmo, quasi integralmente ricomponibile, di un Apollo Sauroctonos (Apollo con la lucertola).
La statua fu spezzata al momento della chiusura del santuario agli inizi del V secolo dopo Cristo, quando tutto il luogo di culto fu chiuso ritualmente, probabilmente per effetto della cristianizzazione diffusa del territorio.
Mentre il deposito votivo fu protetto con la deposizione delle grandi colonne di travertino che ornavano il portico del tempio, la statua di culto di Apollo fu spezzata, frammentata e i pezzi quasi sparpagliati e poi coperti dalle massicciate di abbandono del sito.
Sono moltissimi gli esempi di culti di Apollo legati alle acque termali già da epoca arcaica. Apollo appare a San Casciano dei Bagni certamente a partire dal 100 avanti Cristo. La statua in marmo raffigura un Apollo imberbe, giovane, con le lucertole, in un'opera nella quale i temi della cura oftalmica e della protezione delle fasi più giovani della vita si legano indissolubilmente.
Oltre al marmo di Apollo, lo scavo ha portato alla luce varie suppellettili ma soprattutto un eccezionale donario (un altare) in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino. Si tratta di uno dei rarissimi esempi di iscrizione bilingui mai rinvenuti, oggetto ora degli studi di Adriano Maggiani e di Gian Luca Gregori.
Sono circa una trentina in Etruria le iscrizioni bilingui, ma per la gran parte si tratta di iscrizioni funerarie. In questo caso il donario monumentale ha un carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda in etrusco e in latino. Si tratta di un documento straordinario che conferma la convivenza di genti diverse presso il santuario ancora agli inizi del I secolo dopo Cristo, con l’esigenza della divinità di essere da tutti compresa.
Lo scavo e i suoi protagonisti
Lo scavo ha raggiunto così un’estensione di circa 400 metri quadri, raggiungendo una profondità dal piano di campagna in alcuni punti di oltre 4 metri.
Lo scavo è in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni con decreto della Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura numero 759 del 13 Giugno 2022.
Alla base dello scavo è la collaborazione tra il Comune guidato dalla sindaca Agnese Carletti, la Soprintendenza di Siena diretta da Gabriele Nannetti e l’Università per Stranieri di Siena con il Rettore Tomaso Montanari. Lo scavo si è svolto dal 26 Giugno al 14 Ottobre 2023.
La direzione di scavo è affidata dal Comune a Emanuele Mariotti. Il coordinamento scientifico è dell’Università per Stranieri di Siena, con il centro Cadmo (Centro di Archeologia per le Diversità e le Mobilità Preromane), diretto dal professor Jacopo Tabolli. La direzione scientifica è condivisa con Ada Salvi della Soprintendenza, cui pertiene anche la tutela diretta del sito e dei materiali.
Hanno partecipato oltre 50 studenti e studentesse archeologi e archeologhe da università italiane e internazionali, mentre il gruppo di ricerca scientifica è composto da oltre 60 studiosi e studiose.
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