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Attualità lunedì 15 giugno 2015 ore 16:33

Educazione sessuale a scuola, stop gender studies

Sabato 20 Giugno il comitato “Difendiamo i nostri figli” organizza una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma per dire stop ai gender studies



SINALUNGA — Un documento del 2010 prodotto dall’OMS riguarda gli standard per l’educazione sessuale in Europa, ovvero l’insegnamento dei gender studies a partire dalle scuole d’infanzia. Gli studi introdotti dall’Organizzazione mondiale della sanità sono stati adottati in diversi Paesi europei per contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, in Italia, Paese conservatore e tradizionalista, invece stanno creando preoccupazioni e fa discutere il loro l’insegnamento a partire dall’asilo nido, tanto da suscitare critiche da parte della Chiesa, dal corpo docente e dai comitati dei genitori.

L’educazione sessuale insegnata nelle scuola si basa sulla suddivisione in sei fasce di età dalla nascita a oltre 15 anni, così suddivise: da 0-4 anni viene insegnata la gioia e piacere nel toccare il proprio corpo; diritto di esplorare la nudità e di essere curioso; autoerotismo infantile precoce; gioco del dottore; diritto di esplorare le identità di genere; diversi tipi di amore.

Da 4-6 anni: raggiungimento di sensazioni di benessere; accettazione delle diversità; amicizia e amore verso persone dello stesso sesso; diverse concezioni di famiglia; miti sulla riproduzione; sensazioni legate alla sessualità (vicinanza, piacere, eccitazione) come componenti della gamma delle sensazioni umane.

Da 6-9 anni: cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione; idea base della contraccezione; i diversi metodi contraccettivi; acquisizione del concetto che si può influire sulla propria fertilità; rapporti sessuali; amori segreti, primo amore; matrimonio, divorzio, convivenza; riconoscimento e affronto delle differenze.

Da 9-12 anni: organi sessuali e riproduttivi interni ed esterni e loro funzioni; riproduzione e pianificazione familiare; uso corretto di preservativi e contraccettivi; prima esperienza sessuale, orientamento di genere; accettazione, rispetto e comprensione delle diversità nella sessualità e nell'orientamento sessuale; differenze fra identità di genere e sesso biologico; consapevolezza dell'influenza di genere, età, religione, cultura, ecc. sulle relazioni; influenza positiva della sessualità sulla salute e il benessere.

Da 12-15 anni: strutture familiari e cambiamento delle strutture familiari; senso di responsabilità rispetto alla prevenzione di infezioni sessualmente trasmesse; senso di responsabilità rispetto alla prevenzione di gravidanze indesiderate; riconoscimento e accettazione dei diritti sessuali propri e altrui.

E infine da 15 anni e oltre: visione critica delle diverse norme culturali/religiose inerenti il corpo umano; cambiamenti nella fertilità legati all'età (gravidanza surrogata, riproduzione medicalmente assistita); assunzione di decisioni informate sulla contraccezione e le gravidanze (indesiderate); scelta consapevole del contraccettivo e uso corretto del contraccettivo prescelto; diritto di abortire; passaggio da possibili sentimenti negativi, dal disgusto e odio verso l'omosessualità all'accettazione e all'apprezzamento per le differenze nel campo della sessualità.

Il documento dell’OMS nasce per affrontare le numerose sfide riguardanti la salute sessuale: i tassi crescenti dell’HIV e di altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), le gravidanze indesiderate in adolescenza e la violenza sessuale. Inoltre il testo è utile perché secondo i teorici, maschi e femmine si nasce mentre “uomini” e “donne” si diventa. L’orientamento sessuale, quindi, non sarebbe definito dal sesso e le persone possono innamorarsi di una persona di sesso diverso, dello stesso sesso o di entrambi.

Proprio sugli studi di genere la scorsa settimana, presso il teatro Don Amedeo presso la parrocchia di Pieve di Sinalunga, si è svolto un incontro dal titolo “Il profilo della ragionevolezza”, le buone ragioni per difendere la famiglia, per discutere e confrontarsi sul tema. All’incontro hanno partecipato Don Claudio Porelli, Don Pierangelo Pedretti che ha parlato degli studi di gender e del magistero della Chiesa e Federico Iadicicco, “Omofobia, Unioni civili, famiglia ed economia”.

Oltre a questo incontro Sabato 20 Giugno il comitato “Difendiamo i nostri figli” ha indetto una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma per dire stop agli studi di genere a scuola e tutelare i propri figli. Per l’occasione, il comitato, che si definisce "apartitico e aconfessionale", ha fatto sapere di voler "ribadire il diritto dei genitori di educare e istruire i figli, specialmente con riguardo alle tematiche della affettività e della sessualità".


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