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Sport venerdì 13 gennaio 2017 ore 15:51

Una Zampata sotto rete

Venti anni in giro per l'Italia giocando al top del volley. E ora il ritorno in città perché si è innamorato di un progetto. Ecco Enrico Zampetti



AREZZO — La sua maglia in Sardegna è idolatrata come una reliquia. In un ristorante l’hanno appesa accanto a quella di Zola, tanto per intendersi. 

Lui, Enrico Zampetti, nato a Castiglion Fiorentino 37 anni fa, alto 1,97 e con una testa di riccioli ribelli, ha girato l’Italia per giocare ad alti livelli del volley e ora, da alcuni mesi è tornato nella terra natia dopo essersi innamorato di un progetto sportivo. Un rientro salutato con grande entusiasmo da tanti, dopo 20 anni di militanza tra serie A e serie B. 

“La scorsa estate mi hanno contattato degli amici di Arezzo che stavano dando vita ad una nuova società di pallavolo – racconta Zampetti – E’ il Club Volley e loro sono Daniele Mattioli, Stefano Maggini, Filippo Scortecci e Lorenzo Secchi. Ho chiesto qualche giorno di tempo per rifletterci. Loro non ci contavano, pensavano avrei detto di no. Avevo infatti ricevuto delle offerte interessanti ma il progetto aretino mi ha conquistato: un mix di sport, sociale, ambizioni. Non potevo rifiutare, non ho guardato alla categoria. E così è stato”. 

Enrico Zampetti torna dunque in terra aretina, da dove tutto era partito. Anche un po’ per caso. “Giocavo a calcio a Foiano. Me la cavavo bene. Poi, a 14 anni mi sono avvicinato alla pallavolo grazie a Giuliano Lisi e l’anno successivo, selezionato dal grande Alexander Skiba, famosissimo allenatore polacco, mi sono trovato catapultato a Padova nella squadra di volley. E’ stato l’inizio di un’avventura bellissima che non mi sarei mai immaginato”. Lontano dalla famiglia e dagli amici, a 15 anni Enrico si divideva tra gli allenamenti quotidiani e la scuola. “Facevo la vita che vorrebbe fare qualsiasi ragazzo, lo sport come lavoro, al centro di tutto. E questo lo devo soprattutto ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto anche se non è stato facile vedermi uscire da casa così piccolo”. A Padova ha giocato con le giovanili e fatto la gavetta-panchina con la squadra di A1. Poi è tornato ad Arezzo, in B1, con l’Arezzo Pallavolo. Era la fine degli anni ’90. Nella sua squadra c’erano amici come Maurizio Dei e Michele Morelli. Allenava Andrea Radici. Dopo Arezzo, Zampetti è stato selezionato da Carmelo Pittera ed è “migrato” a Castiglion del Lago, dove ha conquistato due promozioni consecutive arrivando in A1.

“Ma il mio viaggio nell’Italia del volley non era certo terminato - racconta Enrico – E infatti mi è stato proposto di giocare in A2 a Cagliari, grazie a Fausto Polidori e sono volato in Sardegna dove sono rimasto due stagioni arrivando ai play off. E’ seguita una parentesi a Genova dove abbiamo vinto il campionato di serie B e poi sono tornato a Cagliari”. Dalla Sardegna, il curriculum di Enrico Zampetti si è poi arricchito con Città di Castello (“sono stato capitano per 5 anni portando la squadra dalla B1 alla A2, è diventata la mia seconda casa”), Cortona (“Vincemmo il campionato di B1 ma la mancanza di strutture adeguate fece saltare il passaggio di categoria”), Potenza Picena, Emma Villas (“Ci sono rimasto solo due mesi, c’erano dei problemi e così decisi di prendermi un anno sabbatico”) fino allo scorso anno quando è tornato a Città di Castello.

Un brusco stop per infortunio e l’operazione ad aprile hanno fermato il pallavolista ma per poco perché la scorsa estate il Club Arezzo nasce e vuole lui. “Molto impegno e pochi soldi, come è normale quando un progetto parte – racconta Enrico - ma non era quella la mia priorità. Il progetto del Club Arezzo è interessante, coinvolge realtà sociali e del volontariato come Oxfam e Calcit; sposa la volontà di crescere i giovani con la mentalità sportiva e non a caso nel nome della società è stata inserita la parola Academy. Ecco cosa mi è stato chiesto: formare i giovani, dare loro il giusto approccio allo sport, all’insegna del rispetto delle regole e degli altri. E mi è piaciuto”.

Enrico Zampetti è capitano della prima squadra ed è all’interno del direttivo, dove si respira aria di soddisfazione. “Al di là dei risultati nei campionati, stiamo portando avanti progetti legati al sociale. Andiamo nelle scuole, come la Aliotti, per avvicinare i ragazzi al volley e ci accolgono con grande entusiasmo. Ogni settimana cerchiamo di organizzare qualcosa, anche in occasione della partita del sabato coinvolgendo i più piccoli. Partecipiamo ad Aprito, al centro fieristico, sempre rivolto ai bambini. Il nostro obiettivo è insegnare la mentalità e come si sta insieme in questo sport. Secondo noi questa cosa manca, invece la riteniamo importantissima”.

A livello di campionato, la prima squadra è in fase di rodaggio, alternando buoni risultati a prestazioni più offuscate. “Questo è uno dei nostri limiti, insieme al fatto che giochiamo a ranghi ridotti - spiega Zampetti – Invece sono contento che sabato scorso a Foiano sia venuto fuori quello spirito di squadra che è necessario quando ti trovi in difficoltà. Ci siamo finalmente scoperti squadra e per questo dobbiamo dare meriti anche all’allenatore Mirko Morelli che è un grande. Il Club Arezzo sta crescendo, abbiamo anche una sede in centro, Piazza San Jacopo. Purtroppo, e lo dico con grande rammarico, ci mancano gli spazi adeguati per svolgere le nostre attività. Adesso ci alleniamo e giochiamo alla palestra dell’Itis ma il nostro progetto, che ha tutte le carte in regola, avrebbe bisogno di strutture più idonee. Invito gli aretini a tenerci d’occhio, a riprendere contatto con questo bellissimo sport. Stiamo già lavorando per il prossimo campionato e per questo faccio un appello anche al mondo imprenditoriale perché si avvicini e creda in questo progetto. Per quanto mi riguarda, il sogno nel cassetto è arrivare, tra 5-6 anni, a voltarmi indietro e vedere che ho partecipato a creare e consolidare una realtà importante. Per lo sport e per il sociale”. Parola di Zampa

Simona Buracci
© Riproduzione riservata


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