Attualità domenica 25 ottobre 2020 ore 16:30
Confcommercio "al veleno" contro il nuovo Dpcm
Secondo l'associazione dei Commercianti si tratta di un accanimento contro le aziende. "Non siamo untori". Mercoledì una manifestazione
AREZZO — Il contagio aumenta in tutta Italia, Conte non vuol chiudere il Paese e vara un Dpcm che ridimensiona molto la vita degli italiani.
Sicuramente la categoria più penalizzata, anche questa volta, è quella dei commercianti.
Ristoranti e bar chiusi alle 18, palestre e piscine in "quarantena" così come teatri e cinema. La situazione è tesa, inutile negarlo, e le nuove limitazioni contribuiscono a ridurre la circolazione della gente che torna ad aver paura.
Confcommercio Toscana non ci sta e critica aspramente la disposizioni imposte da Conte.
“Un Dpcm che si accanisce ingiustamente contro le imprese anziché prendere provvedimenti incisivi sul buon funzionamento delle strutture e dei servizi pubblici, dal trasporto alla sanità. Il Governo si ostina a considerare gli imprenditori come 'untori', quando invece sono la forza del nostro Paese e, soprattutto, quando potrebbero essere individuati altrove i comportamenti realmente irresponsabili ai fini della lotta alla pandemia” - afferma la presidente Anna Lapini.
Aldo Cursano, presidente Fipe-Confcommercio considera sbagliato penalizzare lo svago e la socialità degli italiani, la ritiene un'imposizione nel cambiare uno stile di vita e apostrofa le nuove disposizioni come un "disastro"
“Trattenere il fiato, senza sapere neppure quando potremo riprenderlo, non serve. Noi imprenditori in questi mesi siamo arrivati ad indebitarci per mettere in piena sicurezza le nostre aziende ed ora tutto il nostro impegno viene vanificato dal comportamento irresponsabile di pochi e dall’incapacità del governo di gestire la situazione in modo chiaro. Non è giusto. È un disastro che purtroppo pagheremo tutti, nessuno escluso” - afferma Cursano.
La situazione diventa pesante e dai commercianti si alza il grido di protesta. L'economia del Paese ruota attorno alle piccole attività che l'emergenza sanitaria vede tra le più penalizzate.
“A chi invoca misure ancora più restrittive, un ritorno al primo lockdown con la chiusura di tutte le attività non essenziali, io dico che non esistono attività non essenziali” - sottolinea la presidente Lapini - perché dietro ad ogni singola attività, anche 'non essenziale', c’è la cosa più essenziale al mondo: la dignità di un essere umano, che gli deriva anche dal lavoro che fa e con cui porta a casa i soldi per vivere e mantenere la propria famiglia. Ci sono persone che hanno studiato, hanno investito risparmi, si sono messe in gioco, hanno dato posti di lavoro. Ci sono cittadini, madri e padri, che ora faticano a vedere un futuro possibile per sé e per la propria famiglia. A tutti i cittadini faccio un appello accorato: siate responsabili nei vostri comportamenti, adottate ogni misura di quelle prescritte per contenere l’epidemia, dall’uso della mascherina al distanziamento a tutto il resto. Questa pandemia non si combatte chiudendo le imprese, ma facendo leva sul senso civico e sulla responsabilità personale”.
Intanto il 28 ottobre si terrà una manifestazione di protesta a Firenze ed in altre 17 città italiane. Alle 11,30 si ritroveranno, provenienti da tutte le dieci province toscane, per una iniziativa perfettamente in linea con le attuali disposizioni: stabile, senza cortei, con il corretto distanziamento.
“Saranno apparecchiate 16 tovaglie di 3 metri per 3 a terra (“Perché siamo col sedere per terra!”) e tutt’intorno, nella loro uniforme da lavoro, siederanno gli chef dell’associazione italiana cuochi e tutte le variegate professionalità di un mondo esasperato da provvedimenti senza senso - afferma Franco Marinoni, direttore Confcomercio Toscana. I ristoranti e i bar hanno ripreso l’attività il 18 maggio. E la curva dei contagi da allora fino a metà settembre è stata sotto controllo. Se da metà settembre ha ripreso improvvisamente a correre, cosa c’entrano le nostre attività? Sono altri i provvedimenti da prendere, ma questo governo non ne è capace e prende le scorciatoie. Ma questa volta il paese si ribella. Noi non ci stiamo!”
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