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Una vendemmia con complicazioni burocratiche

A distanza di anni dalla loro introduzione, per la Coldiretti quella del 2017 sarà ricordata come la vendemmia del ritorno al passato senza i voucher

Sulla carta la possibilità di corrispondere i voucher esiste, infatti le imprese agricole possono utilizzarli quando impiegano pensionati, studenti under 25, disoccupati e cassintegrati; ogni lavoratore non può incassare più di 5 mila euro l'anno da tutti i suoi datori di lavoro (contro i precedenti 7 mila), e non più di 2.500 euro dallo stesso utilizzatore. Se si supera questo limite, il rapporto si trasforma in contratto a tempo indeterminato. 

Il compenso giornaliero non può essere inferiore a 36 euro. Quello orario deve essere di almeno 9 euro netti e 12,37 lordi per le imprese, e di almeno 8 euro netti e 10 lordi per le famiglie. Il vecchio regime prevedeva cifre inferiori: 7,5 e 10 euro. Altro paletto la segnalazione preventiva dell’utilizzo e il limite dei tre giorni.

Per la Coldiretti i paletti legislativi sono solo un aspetto a complicare la vita di imprese agricole e lavoratori. I vecchi voucher si potevano acquisire con procedure user friendly in tabaccheria, mentre per i nuovi voucher l’accesso è solo con il sito Inps tramite tre modalità: con il Pin, cosa non semplice da ottenere, con lo Spid, l’identità digitale, o con la Carta nazionale dei servizi. Dopo la registrazione, scatta il versamento dei datori di lavoro sul proprio "portafoglio elettronico": all'inizio si poteva usare solo il modulo F24, da agosto è ammessa la carta di credito. A questo punto bisogna comunicare la prestazione: i dati dell'utilizzatore e del lavoratore, il tipo di impiego, il luogo, la durata, per il settore agricolo non può essere superiore ai tre giorni, e il compenso pattuito. Una volta terminata la prestazione, il lavoratore deve accedere nuovamente al sito e confermare l'avvenuto lavoro. Ed entro il 15 del mese successivo viene pagato dall'Inps.

“La vendemmia 2017 è iniziata, o sta per avviarsi in tutta la Toscana – dice Tulio Marcelli, presidente regionale di Coldiretti – è non sarà una vendemmia facile per il caldo e la siccità a questo si aggiungono le difficoltà rilevanti determinate dall'abrogazione dei vecchi voucher e l’introduzione del nuovo sistema, prima per gli inammissibili ritardi burocratici nello sviluppo della procedura informatica dell'Inps e ora, una volta avviata la piattaforma, per la burocratizzazione di un meccanismo che doveva e poteva essere semplice proprio per l'agricoltura. L'effetto è un pasticcio che di fatto impedisce o limita pesantemente per le imprese agricole l'accesso agli strumenti che hanno sostituito i voucher».

Tra l’altro, fanno notare in casa Coldiretti, nella registrazione del prestatore è obbligatorio indicare sia il cellulare sia la casella di posta elettronica, mentre la legge richiede o l'uno o l'altra. Ed è agevole comprendere come per i pensionati, impiegati largamente proprio nella vendemmia, non sia così diffuso il possesso di una casella di posta elettronica.

“Insomma dopo dieci anni – commenta Antonio De Concilio, direttore regionale Coldiretti Toscana - agli agricoltori toccherà non solo fare i conti con il clima avverso ma anche con la prima vendemmia senza voucher, che sono nati proprio per agevolare le operazioni di raccolta delle uve nel 2008. E questo non tanto perché hanno assunto una nuova forma, quella di `Presto', ma perché gli addetti alle complicazioni burocratico-informatiche ci hanno messo del loro. Così, tra paletti legislativi e gimkane sul web, l'esordio dei neo-contratti non è stato certo brillante. Resta da capire dove andrà a finire tutto il lavoro occasionale che si avvaleva dei vecchi voucher. Spesso la vendemmia è una festa per gli agricoltori con amici e parenti: i nuovi voucher sono troppo complicati e divengono di difficile utilizzo. Comunque la nostra Organizzazione svolgerà l'attività di assistenza attraverso la capillare rete di uffici presente sull'intero territorio regionale".