Attualità

'Origine del grano in etichetta, un passo avanti'

Inviato a Bruxelles lo schema di decreto che introduce la sperimentazione dell’indicazione obbligatoria d'origine per la filiera grano pasta in Italia

Lo schema di decreto è stato inviato dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali insieme con quello dello Sviluppo economico. 

Questo settore economico produce 4 milioni di tonnellate di grano duro, 3,4 milioni di tonnellate di pasta, che rendono il nostro Paese il principale produttore mondiale, per un valore di 4,6 miliardi di euro, 2 miliardi per l’export.

Il decreto prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato; Paese di molitura: nome del Paese in cui il grano è stato macinato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: «Italia e altri Paesi UE e/o non UE». Queste indicazioni sull’origine sono apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili.

«Non è una novità – afferma l’onorevole aretino, Marco Donati – che i consumatori vogliano essere informati su cosa mangiano e conoscere l’origine dei prodotti. Questo decreto, inoltre, non casca dall’alto ma è il frutto delle richieste arrivate in questi ultimi mesi dagli agricoltori, dalle associazioni di categoria e dai parlamentari».

Il lavoro dell’onorevole Donati parte da quello svolto quotidianamente nella Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione che dal distretto tessile toscano a quello alimentare nazionale ha raccolto nel 2016 un successo dietro l’altro a difesa del Made in Italy e del Made in Tuscany.

«Il Mipaaf ha deciso – ricorda inoltre Donati – di destinare 30 milioni di euro per l’avvio del piano cerealicolo nazionale 2017-2019. È previsto un aiuto di 100 euro a ettaro per produrre nei limiti del regime “de minimis” con l’obiettivo di aumentare del 20% le superfici coltivate, passando da 80.000 a 1000.000 ettari».