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Al via i saldi, ma la data di inizio fa discutere

Sono partiti ufficialmente i saldi invernali 2017, ma alcuni esercenti non sono contenti della data d’inizio perché troppo a ridosso del Natale

I commercianti cominciano la stagione dei saldi invernali 2017 con i buoni propositi e sperano in una buona affluenza, non solo per il primo giorno.

Alcuni commerciati però non sono contenti della data di inizio dei saldi perché troppo a ridosso del Natale e sull’argomento è intervenuto il responsabile di Federmoda Confcommercio Siena, Riccardo Ghini che dice: «Da più parti si avanzano ipotesi di spostamento in avanti della data dei saldi. Ipotesi con cui concordo. Ma non vorrei fosse banalizzata la soluzione e non vorrei si creassero false illusioni che finiscono di tradire le aspettative di tutti. La data dei saldi viene decisa da una commissione regionale in cui sono presenti associazioni di categoria, consumatori».

Ghini poi solleva anche un’altra questione che riguarda anche diversi modi di distribuzione ovvero le vendite online, per non parlare poi della grande distribuzione o degli outlet e le promozioni che a varia natura vengono fatte.

“A tutto questo si aggiungono – dice Ghini - le forte diversificazione delle politiche di vendita e le diverse tipologie di prodotto. Fino a 15-20 anni fa la distribuzione era fatta da piccoli commercianti. Ora è fatta per il 70-80% dei casi da grande distribuzione o direttamente dall’industria che fa politiche molto diversificate. Il mese di dicembre per i negozi poi – continua - è delicato perché ci sono scadenze di pagamenti da effettuare. E per molti la necessità di incassare è un problema reale, che può spingere a vedere il saldo o la promozione come un aspetto positivo” – conclude Ghini.

Confcommercio ricorda: le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. I capi in saldo non devono necessariamente appartenere alla stagione in corso.

Le merci devono essere poste in vendita con l’indicazione del prezzo corrente, dello sconto espresso in percentuale e del nuovo prezzo ribassato o scontato. È vietato ogni riferimento a procedure fallimentari e similari.

È possibile porre in vendita solo merci già presenti nell’esercizio e nei locali di pertinenza. Il divieto di introduzione di ulteriori merci riguarda sia quelle acquistate che quelle concesse in conto deposito.

Le merci in offerta devono essere separate da quelle poste eventualmente in vendita alle condizioni ordinarie. La possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato. In questo caso scatta infatti l'obbligo del cambio o, nel caso la sostituzione risulti impossibile, la restituzione della somma pagata.

È rimessa alla discrezionalità del negoziante la possibilità di far provare i capi e per quanto riguarda i pagamenti, le carte di credito devono sempre essere accettate qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.