Cultura

​Un Archivio d’arte unico in Valdichiana

A Foiano c’è la “cassaforte” di Mario Tozzi, fondatore della corrente artistica del '900. La storia del pittore incrocia quella di un musicista

C’è un paese che custodisce un tesoro. E’ l’unico al mondo ad avere la chiave della cassaforte e tutti, da ogni parte del mondo, devono passare da qui. E’ Foiano della Chiana dove Roberto Tiezzi, musicista affermato, è custode a curatore dell’Archivio Mario Tozzi, e rappresenta la massima autorità depositaria di opere, scritti, epistolari, carteggi e manoscritti di uno tra i grandi artisti del Novecento figurativo. Così, da oltre 40 anni.
La storia tra il paese della Valdichiana e il pittore nato nelle Marche, cresciuto a Suna di Verbania sul Lago Maggiore e vissuto a Parigi dove ottenne fama e consenso dalla critica, nasce dal sodalizio del padre di Roberto, Mario Tiezzi, esperto d’arte, con Mario Tozzi.
Il gioco di vocali nei rispettivi cognomi è stata la chiave che ha aperto la porta della loro lunga amicizia. Un appartamento appena ristrutturato, nel centro storico del paese, interamente dedicato all’Archivio è il “quartier generale” che racchiude l’intera vicenda umana e artistica del pittore che negli anni Venti, durante il soggiorno parigino fonda una corrente artistica (Les Italiens de Paris) della quale fanno parte tra gli altri, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico, Gino Severini (artista cortonese).
Picasso rimase colpito da un dipinto di Tozzi dal titolo “Il muro bianco”, volle incontrarlo e invitò nella sua casa-laboratorio dove il pittore trascorse un’intera giornata con il maestro. 

“Qui sono classificati circa tremila dipinti a olio e millecinquecento opere su carta. Negli anni ’70 l’archivio ha prodotto un centinaio di tirature litografiche”, spiega Roberto Tiezzi che si prepara a ricevere la visita di uno studioso da Nizza e gestisce contatti con case d’aste e gallerie d’arte.
Qualche giorno fa, da Parigi Sotheby’s lo ha contattato per valutare alcune opere prima di batterle in asta. L’obiettivo di Roberto è “aprire l’Archivio a chi vorrà visitarlo, agli studiosi ma anche a chi vuole scoprire l’arte di Mario Tozzi”.
Primo step raggiunto,  perché a breve una laureanda all’Accademia di Belle Arti di Milano farà uno stage all’Archivio Tozzi. E’ Roberto a dire se un dipinto è originale o falso e per far capire la dimensione del fenomeno dei “falsi d’autore” spiega: “Su un centinaio di opere che valuto ogni anno, solo dieci sono autentiche, il resto sono copie”.
Nella sala con uno straordinario pianoforte a coda, campeggia un ritratto di Mario Tozzi che amava la Toscana e si ispirava al genio di Piero della Francesca.