Attualità

Studi di genere, azione di Casaggì nelle scuole

I militanti di destra identitaria hanno affisso nelle scuole materne, elementari e medie di Siena e Valdichiana volantini contro gli studi di genere

Dopo l’azione di militanti attaccano la riforma voluto dal governo e dichiarano: “La Riforma voluta dal governo, nonostante le raccomandazioni e le minacce del Ministro Giannini, apre la strada alla diffusione nelle scuole della teoria gender. Quest’ultima, ormai affermata in molti paesi occidentali, è un’ideologia che fonda la propria essenza sulla convinzione che non esistano uomini e donne, ma comportamenti sociali in grado di stabilire – a piacimento – l’identità sessuale della persona.

Questo attacco alla sessualità e ai suoi generi – maschile e femminile – è una manipolazione dell’essere umano e della sua natura, una mutazione antropologica che viene promossa dalle grandi lobby con un bombardamento mediatico e culturale – dicono i militanti - Negli ultimi anni abbiamo assistito al tentativo, già in atto, di far scomparire i termini “madre” e “padre” dall’utilizzo quotidiano per convertirli nei più anonimi e politicamente corretti “genitore 1” e “genitore 2”: sono stati proprio alcuni istituti a cancellare queste parole dalla propria modulistica e dai libretti delle giustificazioni o a diffondere nelle scuole elementari le fiabe gay.

Lo scopo ultimo di questo folle progetto è la creazione di un uomo senza identità, amorfo e resettato, manipolabile e fluido, una pedina di quell’omologazione assoluta fondata sul pensiero unico e allineato. È un attacco al cuore della nostra civiltà e del suo pilastro storico: quella famiglia che rappresenta la prima cellula comunitaria della società”.

“Il comma 16 del testo della “Buona scuola” – continuano i militanti - in nome della lotta alla discriminazione, rimanda alla legge 119 del 2013 che, a sua volta, fa riferimento alla Convenzione di Istanbul e al decreto legge n.93. Il testo non si riferisce alla nozione classica di “sesso biologico”, ma al concetto di “ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti” e di “superamento degli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne o uomini mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa”, oltre all’assoluta necessità di “promuovere una adeguata formazione non solo alle superiori, ma fin “dalla scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”.

Con questa azione Casaggì si è sentita in dovere d’informare le migliaia di famiglie che da domani potrebbero essere coinvolte: “Attraverso l’educazione scolastica dei propri figli, in questo cfolle progetto di sovversione della natura e dell’identità. Questa è solo la prima battaglia, domenica saremo alla fiera di Sinalunga per un volantinaggio informativo contro la teoria gender”.