Attualità

“Rompi il silenzio” contro la violenza sulle donne

Le democratiche sinalunghesi sperano che il 25 Novembre possa essere un preludio di responsabilità, la Convenzione di Istanbul non è solo una ratifica

“La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne non dovrebbe essere oggetto di riflessione, ma di proposte, di decisioni assunte dagli organi competenti. Ogni anno si rincorrono iniziative, flash mob, presentazioni di libri, per un giorno i social sono colmi di scarpe rosse, di buoni propositi. Ma il giorno dopo? E’ tutto come prima”

Con queste parole le democratiche della Conferenza del Pd di Sinalunga auspichiamo che quest’anno la Giornata Internazionale contro la violenza possa essere un preludio per un’assunzione di responsabilità da parte degli organi competenti, di modo che la Convenzione di Istanbul non rimanga solo una mera ratifica, ma le sia data applicazione concreta.

Secondo i dati Istat fino ad oggi 6 milioni e 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale e in Toscana, dal 2006 al 2014, si contano 63 femminicidi. Per questo motivo è fondamentale promuovere nelle scuole iniziative di sensibilizzazione, senza dimenticarci l'importante lavoro svolto dai Centri Antiviolenza, un aiuto e un punto di ascolto per le donne vittime di violenze. 

Per dare sostanza a questa idea le democratiche di Sinalunga hanno dato vita, insieme all’Unione Comunale del Partito Democratico di Sinalunga, ad un incontro che si terrà mercoledì 9 Dicembre alle 21 presso la Sala Agnolucci del teatro Ciro Pinsuti di Sinalunga dal titolo “Rompi il silenzio! Dibattito sulla violenza maschile contro le donne”, che vedrà come relatori la Prof.ssa Anna Coluccia, la dott.sa Pamela Fatighenti , Presidente del Centro Pari opportunità Valdichiana e la partecipazione dell’associazione Amica Donna, centro antiviolenza Valdichiana. Donna.

“Crediamo che si possa porre un argine al dilagare della violenza solo rompendo il silenzio, affinché le scarpe rosse diventino nuovamente un accessorio e non un simbolo” – concludono le democratiche.