Cronaca

Il killer di Milano si nascondeva a Bettolle

Il 26enne dominicano responsabile dell’omicidio di un suo connazionale a Milano il 12 novembre si nascondeva in una villetta tra Bettolle e Torrita

Nella notte tra lunedì 5 e martedì 6 dicembre, la polizia ha eseguito un fermo di polizia giudiziaria nei confronti di uno degli autori dell’omicidio di un cittadino dominicano avvenuto a Milano.

Le indagini condotte dai poliziotti della squadra mobile hanno permesso di accertare che l’arrestato dopo l’omicidio del connazionale è immediatamente fuggito da Milano per nascondersi in una villetta di Bettolle dove è stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile di Milano, in collaborazione con la squadra mobile di Siena e della polizia Municipale del luogo.

Il fermato è accusato dell’omicidio, in concorso con un altro soggetto, di un suo connazionale deceduto a seguito dell’aggressione subita il 12 novembre in piazzale Loreto, all’angolo con via Padova a Milano.

L’uomo è morto il pomeriggio del 14 novembre successivo, a causa delle molteplici ferite da arma da taglio ed almeno una che potrebbe essere riconducibile ad un’arma da fuoco. Sin da subito, grazie alle testimonianze acquisite e ai primi riscontri, uno dei due autori dell’aggressione è stato identificato. Il 26enne è un irregolare sul territorio nazionale, con precedenti per evasione, resistenza, reati conto il patrimonio e falso.

Negli ultimi giorni i poliziotti della Squadra Mobile di Milano, coadiuvati dai colleghi senesi, grazie ad indagini serratissime, sono arrivati alla villetta tenendola sotto stretta osservazione giorno e notte. Gli operatori hanno cercato di carpire qualsiasi segnale e una volta notati dei comportamenti anomali da parte di chi lo ospitava, hanno circondato l’abitazione e poi vi hanno fatto accesso, trovando l’uomo nascosto nel bagno sito al primo piano.

In seguito alle dichiarazioni rese spontaneamente è stata rinvenuta e sequestrata a Pioltello (MI), nascosta in un’area industriale dismessa, una pistola marca Beretta calibro 7.65 che, a dire dell’uomo, è stata utilizzata nell’aggressione.

Le indagini procedono per individuare l’altro responsabile dell’omicidio.