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Il sindaco Galletti dice la sua sull'invaso

L'impianto avrebbe la funzione di raccolta dell'acqua per far fronte ai periodi siccitosi, ma si trova in una zona Unesco con vincolo paesaggistico

E' arrivata la conferma che la diga di San Piero in Campo è stata inserita tra quelli finanziabili da parte dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale. La finalizzazione del finanziamento prevede la realizzazione dell’opera o il blocco se le condizioni geomorfologiche non lo dovessero permettere.

Claudio Galletti, sindaco di Castiglione d’Orcia, comune capofila dell’ambito turistico della Val d’Orcia, si esprime sulla possibilità di costruzione della diga. “I cambiamenti climatici, uniti alle esigenze del mondo dell’agricoltura e del sistema produttivo, oltre che la salvaguardia della biodiversità e dell’approvvigionamento idrico, ci impongono una riflessione. E’ fin troppo chiaro dopo mesi e mesi di mancanza di precipitazioni abbiamo avuto il fiume Orcia completamente asciutto, un deserto ittico con la morte dal punto di vista biologico del fiume stesso; inoltre il soccorso idrico nelle colture e la necessità di nuovi bacini idro potabili sono fattori da tenere ben presenti.

“E’ evidente che si tratta di un intervento importante per la cui realizzazione si stimano risorse per oltre 50 milioni di euro, ed è altrettanto evidente che l’opera sarà possibile farla se lo studio di fattibilità ci restituirà un quadro con le dovuto verifiche preliminari. Un’opera che va guardata con un occhio particolarmente attento: da una parte di disponibilità e di grande attenzione e verifica oltre che dello stato dei manufatti, dall’altro di quello che potrebbe essere l’impatto sul paesaggio, il suo corretto inserimento ambientale e che non ci faccia arretrare sul tema della sostenibilità. Trattandosi di un’opera importante ho già sentito in via informale il ministero dei beni culturali ed è chiaro che dovrà essere sottoposta a tutti i passaggi previsti ma l’investimento è così importante che dovrà essere coinvolta anche la Commissione di Parigi che tutela il patrimonio dell’umanità Unesco. Non mancherà un confronto articolato sul territorio con tutti i soggetti interessati, dal sistema agricolo e produttivo a quello delle comunità di riferimento e delle sensibilità del mondo ambientalista” conclude.