Il display si illumina: c’è una telefonata in arrivo. Vittorio
Sgarbi guarda chi sta chiamando, poi dice a cronisti e persone presenti all’inaugurazione
della mostra “I Mille di Sgarbi”, a Castiglion Fiorentino: “E’ il ministro Speranza,
devo rispondere”.
Accade tutto in diretta e siccome nel cellulare è inserito la funzione “viva-voce”,
accade che tutti si ritrovano ad ascoltare la conversazione tra i due.
Sgarbi
informa Speranza di una scoperta che ha fatto visitando uno stabilimento nel
quale era installato un meccanismo in grado di purificare l’aria. Innovazione
che il critico d’arte segnala al titolare della Salute pensando ad un’eventuale
applicazione nelle scuole.
Il ministro apprezza il suggerimento e garantisce
che metterà in contatto Sgarbi con gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico
per le valutazioni del caso. Si torna a parlare di arte, della grandezza di Bartolomeo
Della Gatta, artista castiglionese allievo di Piero della Francesca e dell’opportunità
per gli autori delle opere d’arte contemporanea protagonisti della mostra “I Mille
di Sgarbi” di presentarsi all’Italia e farsi conoscere.
C’è poi un tema sul
quale Sgarbi si sofferma a proposito della mostra che resterà a Castiglion Fiorentino
fino a marzo e si potrà ammirare non appena le norme anti-Covid lo
consentiranno: riguarda una querelle nata su un’opera nella quale viene
raffigurato un bagno alla turca con accanto la bandiera nazionale della Turchia.
“Ho ricevuto critiche da esponenti islamici; mi scuso se ho suscitato
irritazione”, afferma il critico d’arte che pur difendendo la libertà di
espressione dell’arte contemporanea anche quando è provocazione, annuncia che
valuterà il da farsi.
La mostra a Castiglion Fiorentino parte sotto i migliori auspici, non sono artistici ma anche mediatici.