Attualità

Sisma e criticità, se n'è parlato con gli studenti

Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Redi Caselli si sono confrontarsi con gli esperti dell’Ufficio Sismico della Regione

All'incontro con il geologo Pierangelo Fabroni e l’ingegnere Alessandro Boganini, due esperti dell’Ufficio Sismico della Regione Toscana, hanno preso parte i ragazzi dell’Istituto di Istruzione Superiore Redi – Caselli.

Il geologo ha spiegato in modo semplice ma molto efficace come e dove si genera un terremoto, come si propaga, sottolineando il fatto che si tratta di un evento naturale, legato al divenire che ancora vede la Terra in continua evoluzione. Un pianeta “vivo” e che cambia la propria struttura in modo anche violento. 

Come nel caso dei terremoti, che in Italia, data la compressione fra due faglie molto importanti, continuano a prodursi di continuo nella fascia appenninica. Il terremoto è, quindi, un evento naturale, ma con una differenza sostanziale con altri eventi naturali legati però al clima: non può essere previsto. Però individuando e monitorando le aree sismiche è possibile almeno conoscerne il livello di rischio in modo da limitare i danni a persone e cose.

Le maggiori conoscenze scientifiche e quelle legate alla tecniche di progettazione e di edificazione delle strutture abitative e e produttive possono concorrere nell’evitare o limitare al massimo certi disastri come quelli dei terremoti in Abruzzo, Umbria, Lazio e Marche; questo, però, prevede investimenti economici per una edificazione e un recupero, in senso antisismico, di edifici, di intere aree urbane e di impianti produttivi. Per fare questo occorre, però, affidarsi ad esperti del settore, tecnici preparati in grado non solo di progettare ex novo le strutture, ma anche di valutare e rendere antisismiche le strutture costruite in epoche antiche, con una perfetta conoscenza, quindi, di tecniche e materiali ormai non più utilizzati.

Durante la conferenza, sono stati anche forniti ai ragazzi dei consigli pratici sul cosa fare o non fare sia durante il terremoto vero e proprio, che nella fase direttamente successiva, durante la quale il panico o la voglia di comunicare lo scampato pericolo prendono il sopravvento. 

Fra le tante raccomandazioni, una apparentemente banale ma di vitale importanza: dopo essersi messi al sicuro, evitare per un po’ di telefonare, mandare foto o sms a meno che non sia assolutamente necessario. Questo perché le reti e le linee devono servire solo per organizzare e gestire i soccorsi.