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Pronto soccorso, scatta la seconda fase dei lavori

Gli interventi riguardano l'ampliamento. Lo scorso anno era stata conclusa la prima tranche. D'Urso "proseguiamo nella politica di ammodernamento"

È stato consegnato il cantiere per l’avvio della seconda fase dei lavori del nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Nottola. Un intervento rilevante che riqualificherà profondamente il reparto e che ha già visto conclusa lo scorso anno la prima fase, con la ristrutturazione dell’area ad alta intensità e dell’ala dedicata all’Obi (Osservazione breve intensiva), utilizzata durante il periodo pandemico come Obi Covid.

“L’Azienda Usl Toscana sud est – spiega il direttore generale Antonio D’Urso – prosegue nella politica di ammodernamento delle proprie strutture, per incrementare l’offerta e la qualità dei servizi ai cittadini attraverso investimenti rilevanti. La ristrutturazione del Pronto soccorso dell’ospedale di Nottola garantirà una migliore accoglienza dei pazienti e consentirà una maggiore agibilità degli spazi per i professionisti che vi operano”.

In questa fase verrà consolidato il piazzale antistante il Ps, per consentire poi il passaggio all’ampliamento definitivo con la realizzazione dei nuovi ambienti e la riorganizzazione complessiva.

“Sarà un intervento importante – aggiunge Luciano Francesconi, direttore Uoc Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza dell’ospedale di Nottola – perché ci consentirà di ampliare l’area a nostra disposizione, utilizzando per la camera calda una parte dell’attuale piazzale esterno”. 

Lavori che arrivano in una fase particolare per il pronto soccorso, perché gli accessi che erano drasticamente diminuiti nel periodo della pandemia stanno tornando a salire. “A inizio giugno abbiamo registrato una crescita di accessi rispetto allo stesso periodo di maggio – spiega il dottor Francesconi – e bisogna anche partire dalla considerazione che la complessità assistenziale è notevolmente cresciuta rispetto al periodo pre Covid: il nostro approccio nei confronti dei pazienti è stato modificato e questo elemento influisce sull’attività quotidiana”. 

Di conseguenza, osserva il dottor Francesconi, “se la pandemia aveva ridotto drasticamente gli accessi al pronto soccorso, nonostante sia stata sempre garantita la massima sicurezza, ora non si può correre il rischio di tornare ai numeri del passato. Il pronto soccorso è un servizio essenziale e deve essere utilizzato in maniera appropriata, il sistema territoriale è in grado di fare la propria parte per gestire questa complessità”.