Attualità

Il presidente Jefferson amante del Vino Nobile

Thomas Jefferson, politico, scienziato, architetto è stato il terzo presidente degli Stati Uniti d’America e uno dei padri fondatori della nazione

Come riporta il giornale americano 'The drink business', recentemente la New York Public Library ha digitalizzato alcuni dei conti del presidente Thomas Jefferson e tra questi sono stati ritrovati alcuni acquisti di vino effettuati nei primi anni della sua presidenza.

Il presidente Jefferson è scomparso il 4 luglio 1826 e il suo volto è ritratto sul Monte Rushmore accanto a quelli di George Washington, Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt. Jefferson fu il principale autore della dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio 1776 e uno dei fondatori del partito democratico repubblicano degli Stati Uniti.

Oltre ad essere un uomo di politica e socialmente impegnato, il presidente Jefferson era appassionato di vini, amava collezionarli e riportare in un registro tutti i nomi dei vini che degustava durante i suoi viaggi.

Nella lista ritrovata dalla New York Public Library appaiono ordini per diverse centinaia di bottiglie di Champagne, Sherry e Madeira, Borgogna, Tokaji e di Vino Nobile di Montepulciano. I conti mostrano che nel corso di un anno, dal 4 Marzo 1802 al 4 marzo 1803, Jefferson aveva speso circa, facendo il rapporto con i dollari moderni, 28.000 dollari.

Il presidente Jefferson comprava vino da Firenze e faceva aggiungere, nella domanda di acquisto, una clausola aggiuntiva dove veniva esplicitamente richiesto che 123 delle bottiglie ordinate dovevano arrivare da Montepulciano con il vino a base Sangiovese. Il presidente amava anche i vini piemontesi, ma quello di Montepulciano era chiaramente il suo favorito.

Nell’aprile del 1806 il presidente scrisse ad un suo contatto in Italia, un certo signor Appleton, dove venivano richieste circa 473 bottiglie di vino di Montepulciano dell’annata precedente perché considerata la migliore.  Jefferson acquistava così tante bottiglie di vino perché era aiutato dal prezzo.

Ovviamente il presidente Jefferson non è stato l’unico a capire il valore e il gusto del vino italiano in tempi non sospetti, ma gli va dato atto di aver giocato d’anticipo rispetto ai tempi e ai suoi successori.